Circondato da rapper sparatutto Pufuleti decide di sparare meglio di tutti. Perle ai porci è già un classico, dolce come non mai, soave e traballante
I rapper sparano. Spara Shiva dal suo cortile in periferia. Sparano Simba e Baby Gang nelle strade del (quasi) centro. Ma quello che spara più forte, se fosse un personaggio disegnato da Paz, sarebbe Pufuleti, El Pufu, Giuseppe, Joe. Chiamiamolo come ci pare più opportuno. Lo stile è sempre quello, e per fortuna. "E ma Pufu quando hai intenzione di cambiare? Sempre la stessa cosa...", è probabile che arriveranno prima o poi queste frasi, ma il bello è proprio quello: Pufuleti non cambia, ma fa cambiare quello che lo circonda. Mastroianni faceva sempre lo stesso personaggio - se stesso - e il cinema si adattava a lui, col passare del tempo.
Il nuovo disco del bardo, Perle ai porci, vede ancora la partecipazione di Zutera - già presente in RAMMBOCK -, ma la quinta e la sesta mano sono quelle di Wun Two, e il supporto dalla Germania è ancora un a volta assicurato, ancora più profondo nel sound. Rigorosamente devoti alla legge del lo-fi, i due producer tedeschi fanno calare il rap di Pufu in una nube calda e quasi per niente noise. Perle ai porci è una vacanza, una passeggiata in ciabatte, è la ripresa della fuga del Pippo di Andrea Pazienza che prova ad allontanarsi dai riflettori, dopo che ha chiuso coi "films".
Essere un culto, anche per una piccola fetta di persone devote, è una cosa che dovrebbe caricare di responsabilità un artista, ma sembra che Pufuleti su questo ci viaggi con assoluta tranquillità, anzi, più passa il tempo, più la sua musica si fa più essenziale, e in questo caso addirittura si è addolcita. Le produzioni di Zutera e Wun Two sono quasi hollywoodiane in Accesso all'oblio, un'overture candida e spaventosa, per il tasso di stranezza che sta per annunciare. Un carillon distorto, con una pila che non funziona, e che accoglie la seconda traccia, Xen me, in cui a dar l'attacco delle barre è una voce che non ci aspetteremmo. Si tratta di Theravada, dall'accento newyorkese, per dare una carica di stile che metà ne basta. Ed è solo il primo dei feat.
Si aggiungono in sequenza YUNGMORPHEUS e JakeGHNM per gli inserti hip-hop, gli Schmutz nella traccia finale, Rane, e la collaborazione più sorprendente, quella che dà vita forse al brano più forte dell'intero disco, Altea, del collettivo Thrucollected. Piscine al mare sarebbe da studiare, da prendere a modello da tutti i discografici blasonati quando mettono insieme due artisti per una collaborazione e via. La voce della cantante salentina è immersa alla stessa profondità di quella di Pufu, i due dialogano intorno al tema libero del Polo Sud, dando vita a un momento altissimo di pop contemporaneo, un po' soul, dolcissimo.
Per il resto Perle ai porci è già un classico del pufuletismo, un gioco linguistico tutto da scoprire, da cui imparare nuove posture, che partono dal rap e non si sa dove arrivino a finire. Ricordando le già citate mani in tasca, qualcosa di buono da fumare e l'occhiale giusto, per essere pronti a sparare meglio di tutti. Bang!
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La recensione Perle ai porci di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-11-17 07:39:00
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