Un heavy rock dalle molteplici facce, che ancora deve trovare una direzione definita
I BS Bone li avevamo lasciati qualche anno fa con ‘Inside Insanity’, un EP che in poche tracce cercava di realizzare la difficile convivenza tra biografie musicali e approcci di scrittura che spaziavano dal glam all’alternative, rimbalzando tra una classica estetica hard rock e frequenti puntate negli anni ‘90 nelle loro diverse declinazioni.
Questa premessa biografica per dire che situazione, in questo primo lavoro sulla lunga distanza, è pressoché invariata nelle premesse, ma gode di una fondamentale differenza: nell’economia delle nove tracce le diverse influenze godono di maggiore spazio per svilupparsi e prendersi il loro tempo. Così che, complice anche la maggior scioltezza di un gruppo con qualche anno di esperienza in più, la formula del trio risulta più organicamente assestata su un onesto rock post-moderno in cui diversi linguaggi che difficilmente avrebbero coesistito in altre epoche, e che spesso anzi si sono sviluppati in contrapposizione tra di loro, possono alternarsi senza troppi scossoni da una traccia all’altra. Così, all’hard rock/sleaze dell’opener Wayward seguono groove quasi crossover, alternative oscuro alla Alice In Chains, tutti gestiti con discreta disinvoltura. Non si può dire lo stesso del sound, però, che si attesta su un generico, discreto suono rock che non riesce a valorizzare allo stesso modo i riff hard rock, i soli stravaganti e i break affollano le varie tracce del disco.
Rimangono le canzoni, diversi buoni riff e ritornelli alternati a qualche momento più anonimo e uno spessore di testi non sempre elevatissimo, ma forse resta anche l’esigenza di circoscrivere ancora un po’ gli ambiti di elezione e disegnare di conseguenza il sound.
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La recensione Cerberus Bone di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-30 22:26:56
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