Una meteorite punk si è schiantata su Padova. Ritmo incendiario e piede schiacciato sul pedale per sputare sul microfono l'incertezza di un domani da scoprire
Muso duro e bareta fracà, recita un adagio veneto per esprimere il disappunto in un volto che resiste aspramente e fila dritto per la propria strada. Potrebbe riassumersi così il primo disco della band patavina TA GA DA uscito per Dischi Sotterranei, etichetta che da un po' di anni sta consacrando Padova a uno degli epicentri dell'indipendente italiana.
Jesse the Faccio, per l'occasione Jesse de Faccio mette in panchina l'aria dinoccolata, sonorità lo-fi e un'attitudine cantautoriale come poche in circolazione nel panorama italiano, attentando insieme ai suoi sodali Alberto Tex e Francesco Gambarotto ai timpani e al cuore di quelle anime irrisolte e inquiete che capiteranno su questo disco. Quante cose possono cambiare con due sole lettere.
Sette tracce, nemmeno trenta minuti per fuggire dalle piazze umide e grigie, dall'insicurezza e da quei tipi loschi che fuori dall'università ancora tentano di rifilarti una copia di lotta comunista. Il ritmo è asfissiante: la ritmica è il vero punto di forza di un disco che per sonorità e attitudine ricorda alcuni pezzi degli Idles, senza però la ferocia e il sudore di Joe Talbot.
La chitarra disegna un tracciato rapido e, senza perdersi in convenevoli confeziona ambientazioni nevrasteniche e squilibrate su cui poter sputare testi che, seppur ridotti all'osso, ricordano che pure nella nebbia, nell'incombere di un domani titubante si può e si deve ballare.
Dopo aver sputato fuori gente del calibro di Pietro Berselli, dei Post Nebbia, Padova rigurgita un po' di veleno e di fuliggine che sporca le bianche statue dell'unico prato dell'universo senza erba. Non poteva esserci notizia migliore.
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La recensione This Is How We Dance di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-10 01:17:00
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