ALECO Gli amori alle stazioni 2022 - Cantautoriale, Pop

Gli amori alle stazioni precedente precedente

Un amore ed un appuntamento perso che rappresentano contemporaneamente inizio e fine di una storia.

Gli amori alle stazioni è il nuovo disco di ALECO, artista artista abruzzese che ho già avuto il piacere di recensire.

Si tratta di una raccolta di nove brani pop melodico che costituiscono un unico racconto, un appuntamento mancato, un ritorno atteso e infine deluso.

L'intro GAAS con chitarra acustica e voce ci mette subito dentro la storia e Gli amori alle stazioni è allo stesso tempo l'inizio e la fine della storia. Un pezzo nel solco del pop all'italiana, con una scelta di suoni contemporanei volti alla valorizzazione della melodia.

Diavolo, come Gli amori alle stazioni e Occhi, vede il contributo vocale di Antonella Gentile.

I Fantasmi segna un rallentamento sulla corsa di questo treno, una ballata non troppo lenta che però offre un sound meno aggressivo delle tracce precedenti e si muove su un giro armonico che si ripete uguale a se stesso, giocando sul vuoto e il pieno dell'arrangiamento.

Andamento e suoni esotici per L'isola-La tresca che è leggera così come si presenta, anche nel testo. C'è dentro l'attesa della vacanza, la spensieratezza che si fa audace fino a diventare innamoramento.

Bella è acusticissima, con chitarre e mandolini, suona come una serenata d'altri tempi in romanesco, sonorità che ammalia e vince facile. Occhi tira fuori (ma è qualcosa di strisciante che segue l'ascoltatore sottotraccia) cadenze, nasalità e pulizia De Gregoriane.
Notte prima degli esami/Questa notte è ancora nostra è palesemente cover del capolavoro di Antonello Venditti che contiene in coda un featuring di David Madnight. Si chiude il sipario con Le comitive in cui il mood resta acustico e minimale con pianoforte e voce e inserti di pad sintetici.

Si notano un paio di cose nell'ascolto di questo disco, la prima delle quali è la produzione che, attraverso l'arrangiamento e la scelta dei suoni, restituisce un prodotto con poca dinamica, bidimensionale e poco realistico. Si tratta di un peccato grave, perché le canzoni reggono, le impalcature su cui si è lavorato sono ben salde e funzionerebbero anche solo con uno strumento ad accompagnare la voce. L'insieme invece non spicca mai per originalità e ricercatezza.

La seconda cosa è la voce: se l'esecuzione delle parti vocali è sempre ben sostenuta ed intonata, pur dentro una solida confort zone che aiuta a tenersi lontani dai propri limiti, la processazione della voce è figlia degli arrangiamenti di cui sopra e quindi non riesce mai ad essere tridimensionale, profonda come potrebbe ed incisiva anche al livello di pathos.

In conclusione Gli amori alle stazioni è un disco più maturo del precedente, dal quale prende il prestito il gusto per l'idea di concept, ma ancora una volta l'urgenza di comunicare ha probabilmente portato a sottovalutare l'aspetto della ricerca di una omogeneità musicale oltre che emozionale.
L'ascolto risulta comunque piacevole e il fil rouge che unisce ogni canzone è ben in risalto.

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La recensione Gli amori alle stazioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-16 16:33:41

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