Un brano dal testo irregolare, storto, che come una miccia infuoca un rock danzereccio che sa rischiare, a costo di schiantarsi
Figli del dio del rock danzereccio, ruvidi come i distorsori che amano inserire come delle lame, psichedelici come i cambi di ritmo che saggiamente sanno gestire, urgenti come la foga di una voce acerba da morire ma a tratti commovente. I The Fields riescono a mettere insieme tutte queste caratteristiche, e a creare uno stile che sembra per niente costruito a tavolino, anzi, è così naif da risultare un effetto naturalissimo di cause che fanno a botte tra di loro, pur avendo lo stesso obiettivo: suonare buona musica.
La cosa che balza subito all'occhio in Questi giorni, nuovo singolo della band veneta, è l'irregolarità del testo, il suo carattere storto che fa pensare subito all'errore metrico, tanto siamo abituati all'ordine sterile del pop italico contemporaneo. La furia messa in scena dai The Fields non è perfetta, a tratti rischia di essere così poco gestibile da autodistruggere tutto, ma è il punto di partenza necessario per reagire ad una scena che, come dicono i ragazzi nel testo, corre fino allo sfinimento. Si tratta di una furia che gioca come miccia creativa, che infuoca questo rock di una strana linfa, vitale e caustica.
Fermarsi, respirare, stare con i giorni che passano, significa anche prendersi il rischio di uscire da un seminato che non è poi molto interessante. Sbagliare, grattuggiarsi le ginocchia sull'asfalto della provincia, grattuggiare gli strumenti sul palco, ricevere fischi. I The Fields sembrano pronti a rischiare, bene così!
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La recensione Questi giorni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-23 12:00:00
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