Là sui monti a camminare senza meta insieme a Michele Lobaccaro, per fondere spiritualità e un cantautorato alla Battiato
Andare a perdersi sulle montagne con lo stesso spirito di Thoreau e di Christopher McCandless. È questo che deve aver pensato Michele Lobaccaro – già membro dei Radiodervish – quando ha deciso di cimentarsi nel suo primo album solista. Solo che quella cima non l’ha scalata con l’impeto di arrivare in vetta, anzi non è salito proprio. Navigazioni intorno al Monte Analogo è un viaggio lento, che combatte la velocità dell’era digitalizzata e si gode il girovagare senza meta. È un lungo cammino in cui ci si ferma ad ascoltare il Canto degli alpinisti sfortunati e a pensare alle Cose passate.
Il titolo prende spunto dall’opera di René Daumal, Il Monte Analogo, e ogni brano ripercorre le tappe della compagnia di alpinisti che tentano di scalarlo. Il libro è un viaggio allegorico senza fine (letteralmente, visto che Daumal è morto lasciandolo incompleto). E il disco non fa differenza. In Navigazioni intorno al Monte Analogo c’è l’aria rarefatta di montagna e i lunghi riverberi che si sentono in lontananza quando si arriva davanti a uno strapiombo. Ci sono gli incontri con persone singolari, che parlano lingue diverse come il cantante palestinese Nabil Salameh. C’è l’influenza di Battiato, mescolata ai fiati di Giancarlo Parisi, agli archi e all’elettronica minimale in Sogol. C’è l’essenzialità di chi intraprende un lungo tragitto senza la smania di dover immortalare paesaggi, rappresentata nell’unico pezzo strumentale, Nel porto delle scimmie. Alla fine delle 9 canzoni del disco rimane solo una leggerezza religiosa e il senso di smarrimento che si prova al centro di gradi cattedrali o moschee.
Michele Lobaccaro ha già collaborato a progetti di letteratura e musica interreligiosa. L’elettronica leggera che soffia come una brezza e i le lunghe code degli archi sembrano eredi della musica sacra. Dio, Maometto e Yahweh non c’entrano nulla. Michele Lobaccaro riesce a trascinarci in un turbine esistenziale dove la spiritualità è al centro della rivolta contro il logorio dell’iperconnessione moderna. La religione che si fa a catechismo è tutt’altra cosa.
Dopo l’ultima critica alla rapidità cervellotica il musicista ventimigliese si congeda. Ci saluta rituffandosi nella sua navigazione intorno a (e non verso) un monte che non è segnato su nessuna mappa.
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La recensione Navigazioni intorno al Monte Analogo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-26 09:40:00
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