duocane rAmen 2024 - Rock, Noise, Alternativo

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Sound potente, testi taglienti e diretti per un disco che va ascoltato per darsi e per dare la carica.

rAmen è il nuovo disco dei duocane, duo pugliese formato da Stefano Capozzo e Giovanni Solazzo.
Si tratta di una raccolta di dieci brani che raggruppano diversi stili tra cui il rock, il punk, il noise e tutto ciò che di più alternativo c'è al momento in giro.

Etichetta di genere a parte, la descrizione più esatta per la musica del duocane è "devastazione programmata", come un palazzo, anzi un quartiere che viene fatto crollare su se stesso con cariche di dinamite ben posizionate.
Il sound di Poi si pensa è l'esempio più lampante di questo modo di affrontare la musica, con un sound violento, diretto e crudo.
rAmen è meno rabbioso e più melodico ma batteria e basso picchiano come se non ci fosse un domani. D.O.C. rallenta ma aumenta il tasso di gain sul basso e sulle chitarre, così la botta resta e stavolta più che la pancia, colpisce l'orecchio. Da segnalare che la qualità della ripresa e poi del missaggio degli strumenti è molto alta e dettagliata e questo conferisce una tridimensionalità acustica che in dischi di simile impatto in genere viene sacrificata a favore di uno schiacciamento esagerato che toglie aria al sound.

Bloodstains è uno sfogo di due minuti, una parentesi di vera prepotenza musicale. Rosiko! si presenta con un'intro conturbante di basso elettrico quasi alla "The end" dei The Doors ma è solo la quiete prima della tempesta di decibel che tracimeranno dalle casse, per poi svuotarsi ancora e dare il via al testo che gioca sul filo della metafora servendosi, come da titolo, del famoso gioco di guerra, con la vocale cambiata.
Molto bello il mood di Costantino con basso e fisarmonica, stavolta è una vera e propria ballata, delicata e sincera.

Giulio, vergognati! riporta il disco sui binari della muscolarità di basso e batteria. Cantilena più che canto, ci si muove su un andamento sbilenco ma sempre piantato sul beat, il resto sono solo gli effetti di qualche trip e di tanto sonno arretrato.
Acinino si prende il tempo che serve, si fa studiare, si fa attendere, si concede il lusso della distrazione di chi ascolta per poi entrare con un testo e un'armonia che ti lasciano in sospeso...sembra di stare di guardia alla polveriera, con il terrore che prima o poi qualcosa possa esplodere e...infatti esplode, ma non è un deposito di munizioni…
Si chiude con La luna giù per il camino, outro carica di pathos e disincanto.

In conclusione rAmen è un disco potente, un disco da ascoltare a volumi folli per farsi trafiggere dal groove e versare preziosa adrenalina. Un disco registrato bene, missato e masterizzato al meglio, con grande cura e attenzione ai particolari. Pur non essendo un disco radio friendly, ci sono due o tre canzoni che in radio potrebbero passarci e sarebbero una bella sveglia spettinante. Un disco che merita di girare tanto e canzoni che meritano di essere suonate live, dove il gioco si fa duro e i duri iniziano a suonare.

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La recensione rAmen di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-27 11:54:40

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