Brina Mormorio D'Ombra 2024 - Emo, Shoegaze

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Buonissima la prima per i Brina, che su un mare di chitarre possono essere calma e tempesta, galleggiare o nuotare verso il buio. Tutto a discrezione loro, perché sono fortissimi nel farlo

Ne avevamo parlato qui e i Brina non ci hanno deluso. Mormorio d'Ombra, primo EP per la band splittata tra Lombardia e Puglia, è una boccata d'aria fresca per la musica con le chitarre, quella che è quasi trent'anni che sta per morire ed eppure eccoci qua. Quattro brani per nemmeno venti minuti di musica, Bignami dell'emocore e shoegaze targato 2024 che fa bene ad una scena di nuovo in fermento in Italia e che all'estero sta registrando dati assurdi a livello di diffusione (circa 5 milioni di video taggati #shoegaze su Tik Tok; aumento del 220% della parola "shoegaze" nella barra di ricerca di Spotify negli ultimi due anni).

I Brina avevano anticipato Mormorio d'Ombra con il singolo Nel Buio dello scorso aprile, dichiarazione d'intenti espansa dagli altri tre brani GiovedìSundara Questo Saturno. Le voci, ora sussurri ora grida, sono avvolte dal muro di suono creato da chitarra e basso, che le accarezzano (Giovedì) prendendo infinite rincorse rimandando il più a lungo possibile il momento del salto, ma che quando esplodono si trasformano in blocchi di granito pesanti ma sempre trasparenti. Nel Buio, seconda in scaletta, fa uscire fuori le tendenze post-grunge dei Brina, raccontando il senso di prigionia delle dipendenze di tutti noi alternando luci e ombre grazie alla dinamica mai doma del pezzo. Sundara è ancora una volta un tuffo in un mare di feedback e riverberi, con gli occhi pieni di quella luce che "[ci] tiene a galla", resa con l'uso di delay che ripetono all'infinito le armoniche della chitarra; Questo Saturno è un altro pezzo che sintetizza le influenze del gruppo, tra i Gazebo Penguins più atmosferici, i deliri dei Fine Before You Came, le muraglie in movimento dei Deafheaven. Non a caso, il master di Mormorio d'Ombra è stato affidato ad un'eminenza come Jack Shirley, collaboratore proprio dei Deafheaven sin dal loro primo album, e recentemente curatore di Sogno #3 dei nostri Øjne.

I Brina stanno costruendo le fondamenta per qualcosa di bello e importante, da proteggere: ennesima dimostrazione che c'è vita nel sottobosco indipendente (anche) italiano, su cui i riflettori non sono mai rivolti abbastanza. Diremo che per ora va bene così, soprattutto finché dall'ombra nasceranno lavori come questo.

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La recensione Mormorio D'Ombra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-12 13:43:00

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