Masamasa Alta fedeltà 2024 - Rap, Pop

Alta fedeltà precedente precedente

Un passo avanti enorme per un artista che ha un sacco di cose da dire, ed è una cosa non scontata per un secondo album

Masamasa (Caserta, 1997) si è sempre distinto per il suo sound a metà tra il rap e il melodico, che veniva definito “Graffiti Pop” ai tempi del suo primo disco “Fernando Alonso” uscito ormai 4 anni fa, dove alternava tra introspezione e cazzeggio totale con una facilità disarmante, per poi mettere ancora più in mostra le sue doti di caciarone o per meglio dire, di Masaniello, nei lavori con “Sei La Mia Vita” il collettivo casertano composto da lui, simoo, GG AUDELA, Ucraino e Caligatore, che ha come obiettivo proprio di far immergere l’ascoltatore nel divertimento delle session in studio fra amici.

Con “Alta Fedeltà” Masamasa mette in secondo piano il suo lato rappuso, per mettere in mostra un Masamasa più melodico e romantico, con dei pezzi colmi di chitarre e dal sound funkeggiante che sono quasi impossibili da ascoltare stando fermi.

Lo switch a questa nuova versione di sé era già evidente dai singoli usciti da Luglio 2022 in poi, dove si percepiva una voglia di maturare e di costruirsi un'identità ancora più forte.

I singoli compongono la maggior parte del disco giovando della loro nuova condizione di coesistenza, arricchendosi a vicenda e riuscendo a brillare ancora più di prima grazie alla coerenza che hanno tra di loro, anche se comunque il rimpianto di aver già sentito ¾ del disco prima dell’uscita c’è ed è innegabile.

I nuovi pezzi però sono di altissima qualità e col loro posizionamento all’inizio e alla fine della tracklist incorniciano il progetto promuovendolo da raccolta di singoli a album, sono a mani basse i momenti più audaci del disco, con delle strumentali più aggressive e sperimentali, massima esponente di questo concetto è l’intro “Non lo è”, dove Masamasa mischia alla perfezione il suo animo hip-hop con la sua nuova identità da cantautore, aprendo il pezzo con un rappato accompagnato da un sintetizzatore e delle batterie che sanno tantissimo di anni 80 per poi trasformarsi man mano in un pezzo sempre più melodico, lasciando spazio a un cantato che però resta molto “ritmato” che ci accompagnerà per tutto il disco, mentre Masamasa ci racconta del modo in cui si vive l’amore essendo una persona timida, tutte le paranoie, le turbe ma con una leggerezza e un sound di cui in Italia c’è davvero bisogno, la sintesi perfetta di tutto ciò che questo album ha da offrire.

"Alta fedeltà" è un passo avanti enorme, cosa non scontata per un secondo album, Masamasa si evolve senza alienare l’ascoltatore, con una naturalezza che fa pensare che questa fosse la strada più giusta per lui, il tutto senza rinnegare il suo passato più street, ma utilizzando le skill che ci aveva già dimostrato di avere per condire questo nuovo sound e renderlo ancora più suo, lasciando come unico rimpianto il così basso numero di nuove canzoni, i singoli restano ottimi brani, ma sarebbe stato bello ascoltare tutto (o perlomeno qualche pezzo in più) come parte di una visione più grande fin dall’inizio. 

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La recensione Alta fedeltà di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-04-04 17:12:00

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