Un brano accorato sulla condizione delle persone senza fissa dimora, che non riesce a schivare del tutto l'ingombro della retorica
Non è facile cantare di temi come la condizione delle persone senza fissa dimora senza cadere nella retorica, e purtroppo non possiamo dire che ? faccia del tutto eccezione. Il nuovo singolo di Gemini è certamente un brano animato da sentimenti encomiabili, e riesce ad aprire uno squarcio su un tipo di esperienza umana ancora troppo spesso invisibilizzata, inquadrandone alcuni aspetti con tatto e rispetto, a partire da quello della compagnia e dell’affetto degli animali, senza mai ledere la dignità (e questa è la cosa più importante) di chi li vive.
La resa lirica, però, rimane sul piano delle buone (ottime) intenzioni umane e sociali, ma non oltrepassa il limite delle immagini e delle parole già viste e sentite, procedendo sempre sul bilico tra lo sguardo compassionevole e la romanticizzazione eccessiva di alcuni elementi senza dubbio fascinosi (lontano dalla mia terra / con in braccio una chitarra), ma pur sempre parte di esperienze complesse e difficili da sintetizzare senza fare banalità. Non aiuta, e forse è questo forse l’aspetto che ci compete di più, il binomio di arrangiamento e melodia: ci sono idee valide nella linea vocale, ma annaspano in una stesura enfatica e pomposa, un mix di piano, tastiere e strumentazione rock che arriva direttamente dal pop italiano di qualche decennio fa, e si scontra con un’organizzazione complessiva delle voci che a momenti suona disomogenea e legnosa.
Rimangono ovviamente il coraggio e il valore intrinseco di aver dedicato Questo strano viaggio a quella che è probabilmente una delle esperienze umane più difficili da leggere e raccontare, oltre ad un’intuizione melodica e vocale che probabilmente, con un po’ più di lavoro e lo stesso afflato umano, può portare molto più in là.
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La recensione Questo strano viaggio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-05-09 22:40:14
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