Un colpo di fulmine raccontato su un beat lo-fi, con una qualità narrativa da non sottovalutare
Il senso di ‘Porta Venezia’ è tutto nella narrazione di un incontro tra la voce narrante e una ragazza, una scena che progredisce gradualmente, in maniera quasi televisiva, tra particolari e dettagli ad alto tasso di immedesimazione. In mezzo ad un’intimità che si crea timidamente e con stupore, ci sono la musica indie, i gin tonic, i viaggi low cost, quartieri iconici, insomma, tanti dei feticci, dei simboli e dei momenti tipici del nostro quotidiano e delle nostre storie, infilati in un racconto tenero e dolce che, saranno anche la sincerità e l’energia della voce giovane e ancora acerba di Elam, suona sincero e coinvolgente. Anche se, inutile negarlo, pesca a piene mani dagli stessi luoghi comuni che sentiamo in tanti testi della categoria.
Discorso simile per la produzione, a cura di Kiriku e Sema, che nelle coordinate di base non si sposta di una virgola dallo standard del beat chill/lo-fi adattato al cantautorato indie, ma riesce a caratterizzarsi con una chitarra languida e dinamica, tra accordi sgranati e fraseggi liberi, che riesce a bucare la struttura a loop. Un po’ come il testo, scritto peraltro con il contributo di Luca Re, riesce a superare i cliché con una buona padronanza dei tempi della narrazione e del dettaglio visivo. ‘Porta Venezia’ è un pezzo che ispira simpatiacompartecipazione a un sentimento, qualità che non tutti i brani dell’affollatissimo campionato della canzone indie/rap riesce ad avere, e aspettiamo di vedere come si evolverà.
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La recensione PORTA VENEZIA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-16 23:55:00
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