DENANZ Sentire tutto 2024 - Rock, Crossover, Alternativo

Sentire tutto precedente precedente

La band milanese racconta una coppia, un amore raffreddato visto da lontano, tentando di riaccenderlo con un sound crossover dalle pieghe sinuose

Prendi un sound crossover anni ’90, e aggiungici dei giri di basso e chitarra elettrica che fanno ripensare a certi brani di Hai paura del buio? degli Afterhours, su tutti Rapace o Veleno. Prendi poi la fotografia di una situazione che smuove un sentimento di compassionevole empatia – una coppia al ristorante, lui estroverso e innamorato, lei fredda e distaccata. Aggiungi una dose di sano citazionismo e un arpeggino “sexy” ripetuto ciclicamente. Il risultato finale è Sentire tutto, ultimo singolo dei Denanz.

Rispetto all’album Non importa, pubblicato nel 2023, questo brano abbandona, almeno dal punto di vista del sound, il metal e l’hardcore, e si stabilizza in un arrangiamento crossover. Dall’intenzione, tuttavia, il metal e l’hardcore sono tutt’altro che spariti – il bridge spoken word sfiatato ne è un esempio lampante. I riff di basso e batteria rimangono ritmici e pestati, e l’arpeggio alla chitarra elettrica si ripete ininterrottamente dall’inizio alla fine, testimone oculare dello stallo emotivo della situazione descritta nel pezzo. Nel testo, appare la citazione di Davide Toffolo “rock’n’roll, un giorno su, tre giorni giù” – a suggellare l’appartenenza di questo brano all’underground italiano.

È l’uomo che parla nella canzone, e chiede alla donna di ascoltarlo, di rimanere, di aprire tutti i suoi chakra e di rilassarsi. Si meraviglia che non ci sia più niente che attiri la sua attenzione, prova a convincerla che, se resta, potrà un giorno allinearsi al suo sentire. Le chiede addirittura di baciarla, al termine del bridge. E proprio su questa proposta, cala il silenzio, e irrompe l’assolo di chitarra elettrica, che però è smorzato, debilitato da un riverbero che ne impedisce l’esplosione tipica del metal, quasi fosse anche lui crollato nell'impasse della narrazione.

La band milanese, in Sentire tutto, mette all'opera quelle aree che, in Non importa, necessitavano di un lavoro mirato. Nel brano, non ci sono forzature, non ci sono ritmiche forsennate a inibire la vocalità, e la scelta di affidare alla voce del protagonista, reale e immaginare, il racconto riesce a creare una drammaticità teatrale credibile e di impatto, senza essere triviale. Aspettando dunque il prossimo racconto, se questi sono i presupposti.

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La recensione Sentire tutto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-21 00:00:00

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