Qualcuno diceva che uno dei maggiori problemi della vecchiaia sia il ricordarsi di essere stati giovani. E questo sentimento di nostalgia agrodolce con la Riot Maker è spesso inevitabile. Specialmente se vi imbattete nell’ultima creatura discografica della funambolica etichetta friulana. “A Medium Party” è la compilation per la festa delle medie. Quella con i nomi scritti a pennarello sui bicchieri di plastica, il gioco della bottiglia, i popcorn caldi, le classifiche del più carino della classe ed i genitori che ti passano a prendere prima di cena. Altri tempi, bei tempi. Quando Michael Jackson era ancora quello del moonwalk e si ballava con la scopa. E se le ragazze ti ignoravano, non c’era depressione bensì maschia fierezza. Nel frattempo gli anni sono passati, ma le feste della Riot Maker restano, così come le ragazze che ti ignorano, anche se la fierezza di un tempo lascia ora spazio allo sconforto. E per combattere ogni istinto di tristezza, ecco il megamix per far festa tutti insieme da Trieste in giù, senza lagne. Undici selezioni a cura di Luka Carnifull e Santana Pasta, dinamico duo di motosegaioli che, sotto lo stemma Fare Soldi, sfidano tutta la comitiva di casa e vicini di quartiere in una battaglia a colpi di dance-house-techno-rap-disco-pop. Va detto anzitutto che si tratta di un’opera eterogenea ma unitaria, con un’identità artistica ed una compattezza stilistica. Gli Scuola Furano guidano le danze e dimostrano ancora una volta che quando si tratta di anni ottanta e tunz tunz non ce n’è per nessuno. Qui accendono il mangianastri per tre volte e chi non balla ha qualche problema. Poi ci sono gli Amari che tentano la via dell’inglese nella (trepidante) attesa di un disco nuovo. Il brano è accattivante, molto ballabile, un po’ prevedibile. Meglio forse la disinvoltura con cui si gettano nella mischia gli Ex-Otago, ultimi arrivati ma con tanta voglia di giocare con quel loro spirito nonsense. Non male anche la versione solista dell’amaro Dariella, fautore di una sano elettroscazzo tra clubbing sofisticato e ignoranza commerciale. Ma ogni nome che ha aderito alla compilation sembra aver colto il senso del progetto, perché di fatto questa è l’unica compilation allegra, commerciale, ballabile e festosa dell’odierna scena indipendente italiana, salvo andare verso produzioni specifiche in ambito dance. Dentro ci sono mille riferimenti. Molti di ieri, qualcuno di oggi e persino un accenno al domani. Justice, Junior Boys, L.A. Style, Dee Light, Moroder, Daft Punk, Claudio Cecchetto, Tiga, 2ManyDj’s, Swayzak. Tanta roba, come sempre. Non tutta scintillante. Ma se vi serve di organizzare una festicciola, è bene custodire questa compilation.
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La recensione Riotmaker: A Medium Party di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-07 00:00:00
COMMENTI (1)
la cosa migliore la fa Marcopiano all'inizio. Anche gli Amari in versione Hot Chip...