Branco nel Blu A Volte Sottovoce 2024 - Pop, Indie

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A volte sottovoce, il primo album dei Branco Nel Blu: musica per stare bene come a un concerto in un campo da calcio di paese

A volte sottovoce, il primo album in studio dei Branco Nel Blu, band bergamasca di recente formazione, è un disco a cui è facile affezionarsi. Soprattutto per chi è cresciuto frequentando i concerti delle band di provincia, con i palchi montati sui campi da calcio e i tendoni dove mangiare panini e bere un sacco di birra. Non che questo abbia a che vedere con la qualità o la maturità del disco, che appare a fuoco, con idee ben chiare e soprattutto ben eseguite:  è che tanto nei testi quanto nel sound dei Branco Nel Blu c'è un’immediatezza comunicativa che rende estremamente semplice empatizzare con loro. Un'immediatezza che non è approssimazione o superficialità: al contrario, è capacità di essere diretti e icastici. Mentre si ascolta il disco, sembra di vederli davanti che suonano, con le magliette coordinate, ciascuna con un verso di qualche loro canzone, mentre la gente sotto il palco si diverte senza troppi pensieri. Solo che poi, quando i brani finiscono, rimane quella voglia di riascoltarli quasi subito. Per provare a replicare quelle good vibes, ma anche perché qualche pensiero, a dir il vero, è scaturito. 

A Volte Sottovoce è un disco in cui prevale l’anima funk che contraddistingue i primi singoli della band, accompagnata però da incursioni di chitarre acustiche, talvolta in chiave folk, talvolta rock. I testi sono contemporanei, didascalici, raccontano scene di vita precise e cercano di dare il nome a eventi e sensazioni. I ritornelli, nel senso più classico, sono pochi. Più frequenti, invece, sono i versi chiave, ripetuti compulsivamente, martellati.

L’album era stato anticipato da diversi singoli, tra cui Di Profilo, brano che dischiude alla perfezione l’anti-simbolismo di certa musica contemporanea. Le metafore non esistono, e la profondità lirica è data dalla concretezza dei dettagli, come chiedersi se il proprio ex ancora utilizza il nostro account Netflix, ché ieri sera c’era l’algoritmo un po’ sballato. La ritmica del brano è quasi ossessiva, si ripete ciclica, crea un vortice. Nella tracklist spicca anche Meno solo di noi due, opening track che racconta di una storia di disamore. Il pre-inciso è disteso, sembra non esplodere mai, e invece ricarica per poi sparare un esausto “ma come mi manchi”, che fa ripensare alla catarsi alla fine di Io sono fatto di neve dei Ministri. A centro album arriva Trampoliere, ballata alla chitarra acustica che si fa distorta nel ritornello, mentre il cantato rimane imperterrito, immune alla decostruzione sonora. Racchiude uno dei versi migliori dell’album – “mi chiudo a serramanico / lo sai che ho un certo feeling con gli attacchi di panico.”

I Branco Nel Blu, in A Volte Sottovoce, ricordano a chi li ascolta che se mentre si fa musica ci si diverte, il più delle volte il risultato finale saprà rifletterlo e traslarlo. Scrivere canzoni con cui è naturale empatizzare non è un compito semplice, e non è per tutti. Quando qualcuno ci riesce, fa bene evidenziarlo, e fa ancora meglio ascoltarle.

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La recensione A Volte Sottovoce di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-16 16:56:00

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