acate passepartout 2024 - Pop, Alternativo, R&B

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acate, con la collaborazione di pixel, racconta la frenesia e le contraddizioni di Milano d'estate, su una produzione fresca che invita a muovere la testa a tempo

passepartout, il nuovo singolo di acate con la partecipazione dell’esordiente pixel, è un brano che è facile immaginare trasmesso in filodiffusione nei lidi balneari. È un uptempo fresco, spensierato, che trasmette good vibes e voglia di ballare. Un invito a non pensare troppo, a non farsi consumare dalle riflessioni e dalle complicazioni, a muovere la testa a tempo.

La formula del duetto, per questo tipo di brani, è stata sperimentata più volte nel passato recente – vengono in mente, ad esempio, sottacqua di chiamamifaro con i rovere, o i brani di Noemi con Carl Brave – e funziona molto bene. Ad aprire, è la voce calda di pixel, che su un beat vagamente italodisco racconta una scena di ordinaria frenesia milanese, tra i cantieri della metro blu e le pagine di Cosmopolitan. Nel ritornello, le due voci si uniscono sulle note del “pa-pa-pa-pa-pa” che rimane in testa, non come una condanna, ma come un invito a godersi la semplicità dell'estate, prima che scappi via. La seconda strofa è affidata invece al rap di acate, che racconta Milano da una prospettiva diversa, concentrandosi sull’asfissia e sull’oppressione che nascono dai mille stimoli dalla città e dalle FOMO. La produzione, affidata a Jurijgami, è leggera, lo abbiamo detto, ma è anche ricca di strumenti e di suoni, tanto nel ritornello quanto nelle strofe. Una scelta a tratti inusuale, controcorrente rispetto alla tendenza a togliere nelle strofe per affidare la carica emotiva alla voce e alle parole.

Quando si scrive un pezzo scanzonato, ci sono diversi rischi in cui è facile incorrere. È facile risultre banali, superficiali o semplicemente non interessanti. In passepartout, acate è riuscito a mettere insieme una serie di ingredienti che, uniti, rendono il brano riuscito. La formula del duetto, la produzione ricca, scanzonata e uptempo, e il racconto di una città, Milano, che d’estate è quasi un fantasma, e raramente viene raccontata. 

Con l’augurio che presto potremo sentire come suonano le altre stagioni di acate.

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La recensione passepartout di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-01 10:30:00

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