Un'isola arcobaleno che unisce pop, percussioni folk ed elementi tradizionali sardi
Le percussioni folk, quasi tribali, e i cori dall'antica anima sarda introducono l'atmosfera cangiante di Let It Come, sempre pronta a modificarsi, ad evolversi e a trasformarsi. Uno spoken music in inglese infatti interviene quasi subito, poco prima che il brano diventi un pop fresco e alternativo.
Il pezzo d'altra parte attraversa con nonchalance almeno tre dimensioni spaziali differenti. La voce stessa di Irene Salis passa dai toni bassi, a tratti cavernosi, al cantato orecchiabile e quasi squillante delle altre parti della canzone, con l'aggiunta di alcuni interessanti virtuosismi nell'interpretazione.
Il singolo è stato scritto, suonato, registrato, prodotto, mixato e masterizzato proprio dalla cantante e da Stefano Casti, i due musicisti provenienti da Ales nella provincia di Oristano che hanno fondato il progetto Syncopated City, a cui poi si è aggiunto il batterista Maurizio Vizilio. In questo caso la batteria acustica è stata incisa da Nicola Vacca.
La loro pasta sonora è il frutto della fusione tra poliritmia e melodie tradizionali regionali con sfumature variopinte di drum & bass, Jazz, Neo-Soul, Elettronica, Grunge, Bossanova, trip hop, dub...
E così in un miscuglio arcobaleno, questi bravi polistrumentisti ritrovano la loro isola, la loro oasi, e lasciano che l'ispirazione venga da sola, libera e creativa.
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La recensione Let It Come di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-13 19:12:58
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