tylerdurdan*Buffet2024 - Rap

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tylerdurdan* mostra una possibilità della musica del futuro: Buffet è un duetto tra l'uomo e l'intelligenza artificiale generativa, che non si dimentica però l'introspezione tipica dell'umano

Al primo ascolto, Buffet, primo album di tylerdurdan*, può sembrare un disco rap consueto, con dei beat abbastanza ordinari e qualche interessante incastro lirico. A uno sguardo più attento, tuttavia, si scopre che Buffet è un progetto rivoluzionario, iconoclasta, una novità futuristica e, per certi versi, spaventosa. Dietro al nome di tylerdurdan*, si celano due componenti: da un lato Raffaele Annunziata, cantautore e paroliere, che si è occupato della scrittura dei testi di tutti e quindici i brani. Dall’altro, l’intelligenza artificiale generativa, a cui sono state affidate le voci e le musiche.

Buffet offre uno scorcio su una possibile strada della musica del futuro. I testi rimangono appannaggio della creatività umana, libera di districarsi in racconti introspettivi, diretti, genuini. Tutto il resto – dalla voce, alla composizione musicale, fino alla produzione – viene creato dall’intelligenza artificiale, sulla base di alcuni prompt specifici ideati da Annunziata, che permettono di spaziare dal rock, al rap, al dubstep. Questo connubio uomo – macchina non deve – ma nemmeno vuole, nelle intenzioni di questo disco – essere l’unico binario possibile del futuro. Invece, se inteso come una possibilità, un’idea controcorrente e per certi versi provocatoria, offre non solo degli spunti di riflessione sul progresso, ma anche delle canzoni interessanti – che, alla fine, è quello che conta.

Nei brani di Buffet si alternano l’italiano, il napoletano e l’inglese: i testi sono concisi, brevi, vengono ripetuti per intero più volte nel pezzo. Me ne fotto del vostro giudizio / è solo l’inizio, recita la title track, primo brano e manifesto programmatico. Il nucleo dell'album contiene due brani, g4z4 ed end g3nocide, canzoni di protesta con l’intento di mantenere viva la consapevolezza degli orrori causati dal genocidio in corso a Gaza. Nel primo brano, il testo onomatopeico si snoda su un beat intermittente, quasi a voler replicare la frequenza con cui Gaza viene bombardata e mostrarne l’inumanità. end g3nocide è invece un brano molto più rock, e uno dei pochi pezzi in cui la voce segue linee più melodiche e meno spoken word.

I pezzi più riusciti dell’album sono indubbiamente quelli in cui, nel testo, si scorgono frammenti lapidari e veritieri sulla condizione dell’umano, che emergono ancor più nitidi se contrapposti all’intelligenza artificiale. È il caso, ad esempio, di con tutto il rispetto, della disillusione che accompagna il crescere narrata in av3 maria, o del pop scanzonato di Non c’è un piano B.

Se la prima regola del Fight Club – da cui è tratto lo pseudonimo tylerdurdan* - è che non si parla del Fight Club, per quanto riguarda quest'album, vale il contrario. Buffet è un disco da ascoltare, certo, ma lo spunto di riflessione che offre va colto e dibattuto.

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La recensione Buffet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-09-15 11:55:00

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