Attitudine stoner ma sviluppo rock che prende una strana del tutto personale: Sharasad non conosce compromessi, plasma musica secondo la propria sensibilità e ci incuriosisce in vista del disco che arriverà
Col mirino puntato sul disco d'esordio previsto per ottobre, Sharasad inganna l'attesa, nel mentre, attraverso la pubblicazione di singoli: il più recente è "Obsidian Chase", licenziato nei primi giorni di luglio da Overdub Recordings su distribuzione Ingrooves.
Circa tre minuti di esperienza d'ascolto che edificano, intorno al rock, un registro espressivo personale, desertico e naturalmente eroso dalle schitarrate energiche. La narrazione degli sforzi profusi per superare i propri limiti, la frustrazione del cercare sempre di spingersi al limite e andare oltre, trovano vivida rappresentazione nel cantato in lingua inglese, agile sulle costanze ritmiche aperte a variazioni lungo l'intero sviluppo dell'esecuzione. Stoner? Certo, ma senza porre limiti o classificazioni che risulterebbero stringenti e omologanti, in un contesto del genere, così dinamico.
Perché le intenzioni di Sharasad sono chiare, e cresce l'interesse in vista dell'album che arriverà in autunno: la band di stanza a Modena dimostra di avere le carte in regola per imporre, in forma personale e originale, determinate sonorità. Potere alla musica performata per davvero, quando la discografia si appiattisce sempre di più su sintetizzazioni tanto strumentali quanto creative.
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La recensione Obsidian Chase di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-12 10:37:00
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