Grecale Calanchi 2024 - Cantautoriale, Sperimentale, Indie

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Grecale narra di un dolore remoto ambientato in un'estate arida e decadente, cantando sottovoce su un sound rarefatto ed evanescente

Il nuovo singolo del cantautore e producer pugliese Grecale si intitola Calanchi, ed è il racconto di un dolore remoto, che si consuma sotto il sole cocente, tra aridità e decadenza. Grecale è il nome della seconda vita artistica di Andrea Capparino, che dopo una produzione in lingua inglese sotto lo pseudonimo di Party Animal, ha deciso di virare verso l’italiano, raccogliendo gli stimoli delle sue terre e dei suoi ascolti – primo su tutti, IOSONOUNCANE. In Calanchi, Grecale si è occupato non solo della scrittura, ma anche della produzione, del mix, dei sample, dei synth, del basso e della chitarra. Unica intrusione – la presenza di Maurizio De Bari alla batteria.

Calanchi è un brano ambientato d’estate: un’estate che però nulla ha a che vedere con la spensieratezza, la spiaggia, i balli fino al mattino e le caipirinha. L’estate che racconta Grecale, e che riesce a mettere in musica, è fatta di arsura e di giornate in cui il sole batte talmente forte che sembra una condanna. Nel brano, è vivido il ricordo di questo tempo lontano. “Come eravamo / lì sotto al sole, lo ricordi?” chiede, prima di constatare amaramente che “La mano tua mi abbandonerà / e verrà la morte”. Il brano procede per immagini evocative – ma né le onde del mare, né le rive, riescono a donare una sensazione di pace o refrigerio.

Il sound del pezzo è evanescente, rarefatto, la voce è soffusa ed è seguita da una produzione ritmata, ma resa sottovoce. Calanchi è una canzone che funzionerebbe benissimo all’interno di Un meraviglioso declino, album di Colapesce del 2012 – possiede la medesima decadenza sonora di brani come Quando tutto diventò blu o Talassa.

Ad ascoltare brani come Calanchi, viene da pensare che la scelta di Grecale di passare all’italiano sia stata giusta – la capacità che possiede di dar vita ad immaginari riconoscibili tramite un’accurata scelta lessicale è evidente. Se con i prossimi pezzi riuscirà ad allontanarsi un po’ di più dai sentieri sonori già ampiamente battuti da artisti come IOSONOUNCANE o Colapesce, saremo certamente di fronte a un’artista con una personalità che merita attenzioni.

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La recensione Calanchi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-07-28 19:20:00

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