Andrea Padova Landscape in motion 2007 - Jazz

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Il mondo della musica italiana pare abbia avuto un tremito: onde sismiche al quarto grado della scala Einaudi/Allevi hanno riaperto la terra del pop al pianoforte: non si sentiva una scossa di questa intensità dai tempi di Richard Clayderman. "Landscape in motion" si va a collocare direttamente nella frattura aperta ed è un lavoro che impara dai già citati pianisti come dalle opere ad ottantotto tasti di Craig Armstrong, evitando per fortuna con gusto il becerume ammiccante del biondino che suonava "Lady D".

Il lavoro di Andrea Padova non distingue momenti particolari ma possiede la capacità di svolgere il suo compito sia come sottofondo che come oggetto di studio per attente session d'ascolto, alternando la riflessione ("Constance", "Empty Landscape") al movimento ("The dancing tarte", "Highways") senza per questo perdere in omogeneità.

Classico, naturalmente, come i capolavori elliott/joyciani di Keith Jarrett che accompagnavano Moretti in sella alla sua vespa. Jazz, intenzionalmente, come le irruente onde marine di Claude Debussy cavalcate dal Jacques Loussier Trio. Propositivo, sorprendentemente, dato l'abuso di un mezzo espressivo passato dal preromanticismo ai giorni nostri. Popular, globalmente, per la capacità di porsi con gentilezza ed intelligenza anche agli ascoltatori meno esperti. Qualità di spicco quest'ultima, che contraddistingue un artista abbastanza maturo da aver acquisito un'ottima capacità di sintesi.

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La recensione Landscape in motion di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-09 00:00:00

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