L'arte di immaginare un 25 dicembre molto alternativo, di certo ritmato e pieno d'ironia
Che mi si serva subito una mirra media in questo bar Stella di Natale. A proposito quel Santa Claus e quella renna mi sembrano a dir poco brilli, mentre l'Albero ha le palle e le decorazioni tutte un po' sgarrupate.
Nel brano il presepe, inclusa la nascita del bambinello, diventa un ritratto "molto italiano" - come si direbbe nella serie "Boris", maestra di satira -, pieno di ironia, con l'arrivo finale di gin tonic e polizia.
Se da un lato c'è l'invenzione creativa del bue e dell'asinello che si passano una sigaretta simpatica, dall'altra c'è anche uno sguardo attento a chi vive un 25 dicembre "clandestino".
Il ritmo è incalzante e coinvolgente, i versi sono arguti e intelligenti, per un brano che si fa cantare e ascoltare piacevolmente dall'inizio alla fine, "in un mondo sospeso tra il sogno e l'oblio".
La band dei Verdecane, con base tra la provincia di Trento e quella di Brescia, suona canzoni a metà tra il cantautorato, il folk d'autore, lo ska, le musiche balcaniche e gli "ammiccamenti" gitani.
Con pochi tratti colorati di pennello, riescono a dare vita a scene, personaggi e ambientazioni, avvicinandosi a tutti gli effetti alla miglior forma di teatro-canzone contemporanea.
Il gruppo lombardo vede alla voce Gibi Volpi, alla chitarra Davide “Menzo” Mazzotti, al sax Marco Orrù, al basso Fabio Dattilo e alla batteria Devis Tarolli. L'auspicio è che là fuori ci sia ancora più di qualcuno in grado di apprezzare l'ironia e l'intelligenza nelle canzoni.
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La recensione Una mirra media di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-09-29 23:50:00
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