Cantautorato giocoso che osa con la struttura della forma canzone, trovando una vena malinconica inaspettata
Non un filo di autotune, nessuna gang e nessun riferimento ai cosiddetti "money", soprattutto una chitarra acustica ad accompagnare tutta la durata. SOLE EBBASTA, singolo dei Rojabloreck, uscito lo scorso aprile per ATOMO WORLD, non ha niente in comune con Gionata Boschetti, anzi, sembra usare il proprio titolo in modo provocatorio, distanziandosi in modo radicale dal re della trap nostrana.
SOLE EBBASTA è un brano molto bizzarro, una filastrocca di cantautorato ironico, ma con una vela di malinconia sempre persistente. Sembra di risentire l'innocenza furba dei primi Pinguini tattici nucleari, e non solo per gli elementi del testo che fanno riferimento al volo, attività che si confà a tutti gli uccelli. Ci sono anche riferimenti melodici che ricordano la scrittura di Riccardo Zanotti, oltre ad alcune complicazioni ritmiche, inserti da cultori della musica, che nelle prime uscite della band bergamasca erano un marchio di fabbrica.
Ma non è solo ricerca di sorrisi, perché soprattutto nella seconda parte, con l'arrivo delle chitarre elettriche, della tromba, dell'incedere della batteria, è la vena malinconica a farla da padrone, a dimostrazione che per far funzionare una canzoni di appena tre minuti serve una struttura definita, serve la varietà di registri, serve stupirsi, talvolta abbondare, avvicinarsi al sole.
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La recensione SOLE EBBASTA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-11-18 10:12:00
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