Imprevedibile è divertente, l'esordio dei Somewhere balla tra indie rock, disco e funk
Sfrontato, piacione, un po’ sguaiato, ma ha anche dei difetti: l’esordio dei ‘Somewhere’ è un album con un DNA sonoro al contempo riconoscibile, fatto di suoni e sintassi musicali conosciute, e comunque fresco e brioso, a momenti sorprendente. Soprattutto, quasi sempre, divertente.
Su una solida intelaiatura indie rock primi anni duemila si incastonano una serie di deviazioni e rimandi, un po’ citazionistici, molto ammiccanti: Siamo sullo stesso albero genealogico dell’indie, dalle radici con il brit pop (IPA è una parodia in stile Blur di una drinking song, con un’ascendenza mod alla Madness), fino alle parentele più lontane e magari riscoperte dai giovani eroi UK di vent’anni fa dopo qualche cambio di pelle (vedi gli Arctic Monkeys e il loro girovagare degli ultimi lavori). Ci sono un sacco di funk, synth e disco (Kick), percussioni, crooning ringhiante ed ammiccante, percussioni e cori a cavallo tra i Clash e il pop anni ‘80 (Nightmaster).
Certo, il coraggio ammiccante della band ogni tanto incappa in qualche falla, tipo nel disco-funkeggiante confuso e poco pungente di Aliens, con qualche impossibile azzardo verso i Queen di ‘Kind Of Magic’ e dintorni; ma si tratta, in fondo, dell’unico netto passo falso in un album ancora acerbo ma compatto, pieno di idee paracule e non sempre facili da far funzionare insieme, che però filano molto meglio del previsto. Qualcuna suona meglio di altre, e non sempre le linee vocali, le tastiere e gli arrangiamenti sono totalmente all’altezza delle intenzioni; ma in sei pezzi i Somewhere ci consegnano almeno quattro/quattro e mezzo idee di brano sensate, con una marea di riferimenti non sempre prevedibili su cui, siamo sicuri, si può lavorare tanto in futuro.
---
La recensione AWAY di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-12 23:22:55
COMMENTI