rosewood odio 2024 - Metal, Dark

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Rosewood convince con il crossover tra rap, chitarre, registri linguistici diversi, band e progetto solista

‘Odio’ di Rosewood ha un incipit che promette un brano in pieno stile hardcore-horror trap, forte di un beat cupo, massiccio, è di un attacco masticato, gutturale e strascicato. Una promessa in parte mantenuta, quando nel pezzo fanno il loro ingresso sfacciato una serie di riff di chitarra distorta e breakdown, ma in maniera meno monolitica di quanto ci si potrebbe aspettare.

Il singolo di Rosewood, al secolo Giordano Conti, è in realtà un brano sfacciato, sì, ma anche piuttosto sfaccettato, in cui allo shock value dell’elemento horror-pulp si affiancano una serie di immagini e riflessioni parzialmente diverse da quel canone di genere. Tirate giù sempre con una certa aggressività, ma anche giostrandosi tra stili diversi, ammiccando alla dancehall così come a quel tipo di rap più “studiato” e urticante che è facile ricondurre a Caparezza (per altri versi lontanissimo).

Ci ha fatto piacere sentire, vicino al nichilismo e alla bellicosità generalizzati, che fanno la loro necessaria parte estetica, anche qualche spunto e critica più focalizzata del classico dissing generalizzato di tutte le uscite rap contemporanee. Per esempio quella sui locali e sui gestori che non pagano gli emergenti; un tipo di riflessione spesso assente in un genere come la trap, che parte dal basso ma punta subito in alto, e difficilmente si confronta con le dinamiche dei piccoli circuiti di musica dal vivo. La musica dal vivo forse è proprio una delle chiavi per capire questo progetto, che riesce a giocare sia con alcuni stilemi sonori ed elementi di produzione tipici dei progetti rap beat-oriented, sia con le dinamiche della musica suonata a impronta chitarrosa.

Rosewood è un solista ma con una band che incide su disco e dà vita al prodotto sul palco, una dimensione di crossover che, se anche può essere confezionata con ancora più precisione, segna un’identità sonora personale ed interessante. Soprattutto se, e anche qui ci sono buoni elementi e spazio per crescere, accompagnata ad una forte identità tematica e di linguaggio.

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La recensione odio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-12-02 23:21:35

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