the end of juneMutuo2024 - Cantautoriale, Punk, Folk

Mutuoprecedenteprecedente

L'esordio discografico in italiano di the end of june è un EP lo-fi alla chitarra, registrato in casa, che professa un pessimismo eroico contemporaneo e anticapitalista

Il mondo si divide essenzialmente in due parti: quelli che fieramente affermano che se fai un lavoro che ami non lavorerai mai un giorno nella tua vita, e chi invece si oppone a questa concezione, sostenendo che lavorare logora a prescindere. Mario Vitale, cantautore e musicista nato e cresciuto a Napoli e trasferitosi a Milano nel 2017, in arte the end of june, con l’EP Mutuo si schiera apertamente con i secondi.

Dopo un percorso da chitarrista e cantante in alcune band, the end of june marca l’inizio della carriera da solista dell’artista. Dopo alcuni singoli rilasciati in lingua inglese, arriva Mutuo, che racchiude cinque brani semplici, essenziali, scritti e suonati alla chitarra talvolta raggiunta dalla tastiera, che compongono un’invettiva contro una società capitalista e sotto la dittatura della produttività.

Mutuo è un EP di altri tempi. Per la scelta di non rilasciarlo sulle comuni piattaforme di streaming, ma anche per i suoni dei brani, delicati, analogici. A volte si sentono perfino alcuni rumori di sottofondo, figli della registrazione casalinga per la quale ha optato l’artista. Una scelta che non significa mancanza di attenzione o trascuratezza dei dettagli, ma che al contrario colloca Mutuo all’interno dell’universo lo-fi, donandogli una veste che certamente aiuta a veicolare i messaggi cardine del disco. Inveire contro il capitalismo dentro un album registrato e mixato in studi professionali, magari di proprietà di qualche major discografica, sarebbe quantomeno bizzarro.

A dar il via alle tracce è Il lavoro, manifesto programmatico del pessimismo eroico contemporaneo professato da the end of june. Una ballata analogica costruita su pochi accordi che si ripetono alla chitarra, mentre incessante ricorre l’hook il lavoro è la mia passione è quello che non dirà mai. Nel secondo brano, A Baggio, stato in luogo del quartiere milanese e non ode all’intramontabile calciatore, compaiono le tastiere a complementare la chitarra. L’equalizzatore, terzo brano, è la canzone in cui le tecniche di registrazione domestiche emergono maggiormente, con la voce che traballa in qualche chiusa. Di nuovo, una tecnica che credibilmente rafforza il messaggio perorato dal disco.

Il pezzo più riuscito è La primavera, che sfiora il punk, ricordando certi pezzi solisti di Freak Antoni nella composizione melodica (viene in mente, ad esempio,Però quasi), pur essendo decisamente meno strambo. È una canzone d’amore, ventata di speranza tra il pessimismo dei brani. La traccia conclusiva, Pausa sigaretta, colpisce ben poco nel segno e poco si amalgama con la qualità e l’originalità degli altri brani. Le liriche auspicano un incendio che distrugga le vostre cravatte, i soldi, le vostre automobili, le università. Purtroppo però, quest’arringa è un po’ troppo poco pars costruens per rappresentare una soluzione utopistica al capitalismo imperante, e un po’ troppo poco articolata nel suo essere pars destruens, rimanendo esternazione di un disagio che pare un po' adolescenziale.

Ad ogni modo, Mutuo è un EP che merita un ascolto, e forse anche più di uno. Le produzioni lo-fi, negli ultimi anni, sono diventate una moda, inserite in ogni tipo tipo di playlist. Per essere credibile, però, la scelta deve amalgamarsi con la composizione, la scrittura e il messaggio. E the end of june, in questo disco, ha saputo creare qualcosa di ben centrato, che nel suo insieme è coeso e coerente.

---
La recensione Mutuo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-19 17:29:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia