Versi da gridare in coro, introspettivi, sinceri e diretti, per una ballata del presente
Una pennata decisa di chitarra ed è come se Le luci della centrale elettrica fossero nate oggi nella provincia di Napoli. C'è quella convinzione nel canto, unita a una scintilla di poesia nella scrittura, condita con un pizzico della disperazione di una generazione - o forse è la disperazione del mondo contemporaneo? -, una generazione perennemente in cerca di "cura" e attenzione da parte di qualcuno che è sempre voltato dall'altra parte.
Tutto il resto è un flusso di immagini, un flusso di Angelo, un flusso di contraddizioni, un flusso di graffi indie. Due minuti di sfogo con il cuore nella mano di chi canta, due minuti di parole urlate dritte al cuore di chi ascolta.
La formula scelta per questa forma-canzone richiama in effetti i versi reiterati e ricorrenti di Mio fratello è figlio unico di Rino Gaetano - leggendaria la cover degli Afterhours di Manuel Agnelli - ma anche lo stile di un brano come Paolo di Brunori Sas. Sono versi da gridare in coro, versi introspettivi, sinceri, diretti, per una ballata del presente.
Angelo è il quarto singolo del cantautore Riccardo Buono in arte Goliardo, classe 2003. Il fatto che artisti così giovani abbiano voglia di stupire e di colpire nel segno, con la propria interiorità e spontaneità, fa ben sperare per il panorama musicale italiano.
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La recensione Angelo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-30 23:28:00
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