Citazionisti fin dal booklet: da un nome come questo e da un titolo reminiscente di “Here come the warm jets” mi aspettavo minimalismo, popular alla Brian Eno o colto alla La Monte Young. Scartata subito la seconda possibilità ai primi secondi della prima traccia, ascolto un impasto sonoro che ricorda quei pasticci drum machine / synth / chitarra / basso tanto di moda durante gli ’80.
E’ in questo contesto strumentistico che vanno inquadrati tutti e tredici gli episodi del lavoro, sia quelli più riusciti che quelli meno convincenti, cantati sempre in inglese da uno Steve Nardini deciso quanto una grappa bianca.
Come è naturale, ogni deviazione viene prima o poi ricondotta alla norma, oggi infatti non è rimasto molto della carica eversiva new wave: anche le trovate più “hard” di Alan Vega sono state portate in classifica una ventina di anni fa. Sigue sigue sputnik, ricordate? Shoot it up. Non mi aspettavo quindi innovazioni rispetto al già sentito, fortunatamente i La Monte riescono a fornire sprazzi emozionali dal punto di vista easy listening.
In questo senso apprezzo le due tracce di apertura “One is boring” e “Make me wanna toast”, così come gli ulteriori citazionismi di “Popol Düül” e la cover dei Gun Club, “Sex Beat”. Forse un filo di idee ed un pizzico di attitudine pop in più non avrebbero guastato, ma il risultato finale è comunque più che dignitoso.
---
La recensione Here comes the skinny roller di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-04-23 00:00:00
COMMENTI (2)
concordo assolutamente.
vi è pur sempre il myspace:
myspace.com/lamonteband
sono molto migliori di come vengono qua descritti. ogni traccia fa muovere, perfetta congiunzione del pubblico indierock con quello electro.