"Atlas" è una riflessione sonora sui non pochi guai della Terra e dei suoi abitanti, senza parole ma non per questo silenziosa, ma anzi ispiratrice di un ascolto più attento a ciò che ci circonda
Perry Frank, al secolo Francesco Perra, non è semplicemente un musicista: è piuttosto un ricercatore musicale, un viaggiatore che in qualche modo riesce a "vedere" paesaggi sonori che poi ricrea, per poi mostrarli sotto forma di suono.
Atlas è l'ultimo album del prolificissimo artista sardo, uscito lo scorso 8 gennaio: un concept legato alla gravissima situazione ambientale del nostro pianeta e di conseguenza alla crisi diffusa che ogni suo abitante, noi e palme di Los Angeles compresi, stiamo vivendo. Il titolo stesso fa riferimento ad Atlante, il Titano che secondo la mitologia greca era stato costretto a sorreggere la Terra da Zeus.
L'album, interamente strumentale, è una lunga suite ambient dai movimenti lenti e dalle sfumature rarefatte e mutevoli. Possiede la qualità dei grandi lavori di elettronica di risultare in qualche modo naturale; nonostante il massiccio uso di strumenti quali tape loops, campionatori ed effettistica per chitarra non sia affatto nascosto, ma anzi messo in primissimo piano.
Atlas procede misurato e costante proprio come a voler imitare i movimenti della natura, con le sue atmosfere sognanti ma imponenti a susseguirsi e a proiettare immagini ondivaghe e astratte durante l'ascolto.
Montiferru, traccia conclusiva dell'album, sembra voler concentrare l'interezza della Terra in un luogo caro e familiare a Perry Frank, mettendo un punto forte ed emozionale ad un lavoro maturo e sostenuto che non potrà deludere gli amanti del genere.
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La recensione Atlas di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-26 19:01:00
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