Elasi Elasir 2025 - Pop, Elettronica

Disco della settimana Elasir precedente

Elasir è la sintesi perfetta del viaggio musicale di Elasi, un disco che nasce dal sogno come creazione estetica, per arrivare a toccare profondità inedite, concrete e carnali. In un mondo che cade a pezzi, ricordiamoci di ballare i classici

Parlare a inizio 2025 del primo disco di Elasi suona abbastanza strano, perché la sua musica ci accompagna in modo costante almeno da cinque anni (abbondanti). Campi Elasi era l'ep del sogno di una musicista che inizia a concretizzarsi, un perla di art pop che aveva illuminato la "covid-era"; Oasi Elasi era il coronamento di un altro sogno, quello di vederla suonare all'edizione del ritorno del MI AMI.

Di tempo ne è passato, la musica in Italia continua a cambiare, si stanca affannandosi dietro formule di pop music da consumare in fretta e furia, ma come direbbe qualche saggio compagno Elasi non si è estraniata dalla lotta. Continua a fare giochi di parole con il suo nome, continua ad allargare l'orizzonte sonoro della sua musica, senza paura. Elasi studia come una matta, e mettendo insieme i diversi mattoncini del suo lavoro degli ultimi anni, ecco che ci si para davanti agli occhi il suo primo - e splendido - disco, Elasir.

La sintesi è un'arte che si addice a pochissime persone, e in Elasir si può sentire perfettamente il ritmo di un impulso sintetico che non riesce a controllarsi. In meno di trenta minuti si riesce a percepire la densità di un lavoro minuzioso dietro ogni suono, dietro ogni micro-genere musicale affrontato, e il risultato di questa reazione chimica è sorprendente, oltre ogni aspettativa. Sono una sorpresa in primis i pezzi che già esistevano come singoli, per la posizione che occupano nel disco. Iniziare con Iceberg, finire con Tigre bianca, delimitare un progetto con un ritornello sulla catastrofe climatica che suona quasi come canzone per l'infanzia, e con dramma della gelosia in salsa dance, vuol dire solo una cosa: che il guado del fiume non sarà certo banale.

L'incontro con l'hyperpop non ha appiattito Elasi sui suoni della pc music, non ha limitato la sua visione di sperimentatrice nata. La rimasticazione è dunque passata anche dal genere che sarebbe in grado di sbriciolare la creatività di chiunque, e ha prodotto AMÆMI, perla semplice e lisergica, poco più che una filastrocca, un bigliettino lasciato sul banco dell'innamorat* a scuola, in cui il lavoro di produzione di Rocco Rampino produce fratture nel suono, aprendo la strada al corpo centrale del disco.

Da Etc a Taiko succede di tutto, il lavoro si sposta di latitudine, e a poco a poco inizia a emergere la corporeità della musica di Elasi. Come una serie di impulsi fisici, bisogni primari, vitali e sensuali, i pezzi scorrono uno dopo l'altro, a dimostrazione della definitiva crescita di Elisa, alle prese con profondità melodiche inedite, con momenti di techno purissima, ma soprattutto con un'esaltazione irresistibile dell'italodisco, quella vera. Bastano due nomi iconici, Lorella e Marina, e come in una seduta spiritica il 1986 è di nuovo qui, accompagnato da nuove inquietudini, nessuna rassicurazione, e una richiesta incessante - e impossibile - di essere amati. 

C'è sempre il sogno alla base della musica di Elasi, il sogno come sviluppo interiore di pulsioni che si fanno sempre più concrete, col passare del tempo. Tutti gli arzigogoli dolcissimi che nel 2020 ci facevano ballare nella speranza non si sa bene di cosa, oggi sono diventati il mezzo - incupito ma sempre affascinante - per esorcizzare un mondo che sta cadendo a pezzi. Ci resta forse poco tempo, non dimentichiamoci di danzare i classici, riscoprirci dj di noi stessi, ben consapevoli che "mica male" non vuol dire "bene". Ma forse va bene così, ne riparliamo al prossimo sorso di elisir.

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La recensione Elasir di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-17 10:17:00

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