Un fantastico disco d'esordio, intimo e universale, capace di destreggiarsi con disinvoltura tra una fitta selva di generi musicali
Una voce robotica, uguale a quella che tutte le mattine sentiamo elencare ritardi e cancellazioni di treni dall'interfono della stazione, annuncia un album in cui troveremo, in ordine sparso:
Disperazione (...)
Sfoghi contro il patriarcato
Tanto amore (...)
Brani strumentali che faranno poche streams sulle piattaforme di streaming quali Spotify e Apple Music, Deezer, Amazon Music, eccetera, eccetera
Otto chili di autotune
Occasioni sprecate
Inizia così, con questo bizzarro skit dal titolo 00, MANUALE DEL PICCOLO INGRATO, il disco d'esordio di Kalpa, al secolo Angelo Mallardo, musicista triestino classe 2001.
A più di quattro anni di distanza da A Certain Feeling, il suo primo EP scritto lingua inglese, l'artista friulano ritorna con 11 tracce, questa volta cantate in italiano, completamente autoprodotte e distribuite da Virgin Music LAS Italia/Universal Music. Una pletora di pezzi che, sin dal primo ascolto, rendono questo LP difficile da incasellare sotto un'unica etichetta sonora.
Trentasei minuti di ascolto, da non contemplare come una variegata somma di singoli brani ma come un mosaico di istantanee di vita vissuta intensamente. Tra l'uscita di A Certain Feeling e il suo disco d'esordio, Kalpa ha infatti attraversato una lunga serie di cambiamenti personali: dalla partecipazione (conclusa nella fase dei Bootcamp) a X-Factor 2021 all'abbandono degli studi universitari per inseguire il sogno del musicista, passando per continui e sfibranti cambi di lavoro.
Ed è proprio questo ottovolante esistenziale la base sulla quale Mallardo ha deciso di costruire un disco intimo e sfaccettato, capace di inglobare un numero sorprendente di stili e influenze: dall'alternative rocksimil-Kings of Leon (QUANTE STORIE) al trip-hop (TRACCIA e COME ANDARSENE), passando per un britpop di radioheadiana memoria (VERDE SALVIA) ed echi ambient elettronici a là James Blake (SILENZIO e COME STARE).
Un continuo susseguirsi di input sonori analogici e digitali, sul quale Kalpa incolla brandelli di strofe e ritornelli che, partendo dall'individuale, si aprono alla collettività. Un ottimo esempio di questa "universale introspezione" è Son Ragazzi, il sesto brano del disco, capace di raccontare con parole semplici ma di grande impatto l'imposizione di quella mentalità maschilista e patriarcale che viene ancora oggi insinuata nei bambini sin dalla più tenera età.
MANUALE DEL PICCOLO INGRATO è in definitiva un album di grande spessore artistico, ponderato ma in grado di suonare maledettamente spontaneo, frutto del viscerale amore provato da un ragazzo di 24 anni verso quella meravigliosa parola di sei lettere che risponde al nome di "musica". Alla fine quattro anni di forzi e i sacrifici son stati ripagati. Perché, caro Kelpa, hai fatto veramente un gran bel disco.
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La recensione MANUALE DEL PICCOLO INGRATO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-01-23 15:43:25
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