Distorsioni, grinta e introspezione tra nu metal e rock alternativo.
Cesenatico non è Los Angeles né Des Moines, eppure i XIII Blades dimostrano che il rumore, quello viscerale e abrasivo, può nascere ovunque, purché lo si sappia maneggiare con istinto e consapevolezza. Waves, il loro nuovo album, è un lavoro che abbraccia la scuola del nu metal più ruvido – quello che conserva ancora il fango sotto le unghie – e la fonde con un’attitudine rock alternativa che sfugge alla rigidità delle etichette. Undici tracce che oscillano tra impeto e riflessione, tra esplosioni di distorsioni e squarci di introspezione, mantenendo sempre un forte senso di coesione.
Il titolo, Waves, è dichiaratamente programmatico: onde sonore che si infrangono senza troppi riguardi, trasportando emozioni e turbamenti in un flusso mai del tutto prevedibile. Il singolo apripista, Blue Cream, è un concentrato di furia e saturazione sonora, con riff che colano pesanti come piombo fuso e una tensione ritmica che riporta alla memoria gli Slipknot pre-svolta melodica. Ma se l’influenza del nu metal è evidente, i XIII Blades non si limitano a ripercorrere sentieri già battuti: Cosmic Views e Dive si nutrono di dinamiche più serrate e di un’urgenza che guarda anche ai Melvins, mentre Another Sunshine e In Trench si muovono su territori più grunge-oriented, con strutture dilatate e riverberi che sfiorano la psichedelia.
C’è spazio anche per deviazioni più audaci, come in Funkapologies, dove l’approccio ritmico si fa più sincopato e il groove prende il sopravvento, a dimostrazione che la band non ha paura di sporcare la formula con innesti imprevedibili. Il risultato è un disco che vive di contrasti, capace di colpire con schiaffi sonori ma anche di aprire spiragli su una dimensione più introspettiva, senza mai perdere la propria identità.
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La recensione Waves di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-07 08:15:47
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