"Non io" è un disco duro, crudo e scuro. E' umano. E' difficile. Lo puoi leggere in molti modi - anche se non ti libererai mai del senso di sconfitta, quello resterà sempre.
I testi di Giovanni Succi sono intimi, quasi imbarazza citarli. Ci racconta un male di vivere che può essere solo suo oppure tutto nostro. Non è facile da comprendere. Non si capisce se parla di un insetto che sta morendo sotto vetro, da solo, o noi stiamo morendo e lui racconta cosa ci sta accadendo. Perchè se ci si immerge in questo pessimismo poi si rischia di non venirne più fuori e allo stesso tempo se non si prova a leggere in queste parole qualcosa di noi può darsi che prima o poi sarà troppo tardi. E certo questa musica è la cornice ideale per le sue frasi: blues taglienti, arpeggi sporchi e mai regolari. Un incedere cupo che potrebbe avvicinarsi agli Slint, quelli dell'ep con l'uomo morto sulla neve. C'è un senso di morte: l'idea di qualcosa che è stato spolpato e messo su un bancone per essere venduto. E' business. "Macchine di carne". L'uomo e il suo lavoro. L'uomo e le sue relazioni. L'uomo e l'istinto. "Insisti d'istinto finché sarà spento". L'uomo c'è, ma non è presente ("Fatti riconnettere"). La voce è bassa, prende il ritmo solo in "Non io", accenna a cantare in "Ofelia" e in "Lunedì" e per le restanti si limita a raccontare.
E le metafore calzano tutte. Le immagini sono così chiare: una casa di legno dove nulla è in quadro, viene bruciata non si sa se per punizione divina o perchè quella era l'unica soluzione possibile per disfarsene. Una farfalla che continua ostinata a sbattere contro la boccia del lampione fino a quando la luce non si spegne. Bastiano fermo a fissare il precipizio pronto a raccogliere quel briciolo di convinzione per fare l'ultimo passo decisivo. Immagini cosi chiare e così paurose. Un mondo nero dove le speranze sono proprio poche.
E poi si scopre che non c'è solo pessimismo: Ofelia morirà sola, ma dopo aver passato giorni su giorni a rialzarsi dalle cadute. In "Altri guasti" ci dice che il "sistema c'è". Un modo per sopravvivere c'è. E' solo molto difficile.
Un disco bello come è lo stato "Tornare nella terra". Bello come pochi.
---
La recensione Non io di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-05-21 00:00:00
COMMENTI (2)
sono sempre più affascinata dalle recensioni di quest'uomo... (però c'è da dire che ultimamente molte donnine stanno facendo i numeri :D)
bravibravi, leggere così è proprio appagante ^_^
il perdersi delle parole si fondono musicalmente in un album con tracce che risvegliano sensi perduti.fantastico