Un ottimo pezzo rock che, tra una citazione e l'altra, ci guida tra le complesse trame storiche e culturali del secolo scorso
Mirrors è il titolo del nuovo singolo dei Chasin Godot, band nata tra le nebbie della Brianza e composta da Matteo Abinti (voce e tastiere), Lorenzo Cangiano (chitarra), Simone “Perez” Meregalli (basso) e Simone Viganò (batteria). Prodotto e distribuito in completa autonomia, il pezzo, oltre ad avvalersi dei cori della cantante Rebecca Arbinti, anticipa di qualche settimana l'uscita del secondo album del quartetto lombardo, Songs By The Dim Light, prevista per il prossimo aprile.
Quattro minuti secchi che, ruotando attorno a un ostinato fraseggio di pianoforte e bordate di chitarre elettriche sature di fuzz, rimbalzano senza soluzione di continuità tra il rock psichedelico di fine anni '60 e il grunge di inizio '90. Un sound, a metà strada tra gli Iron Butterfly e gli Screraming Trees, in grado di abbracciare un periodo musicale lungo quasi 30 anni, valorizzato da un sapiente gioco di contrasti tra strofe e ritornelli "materici" che, sul finire del brano, confluiscono in una coda strumentale lisergica ed eterea.
Un'impalcatura squisitamente vintage, sulla quale i Chasin Godot costruiscono un testo fatto di strofe e ritornelli dal forte sapore citazionistico che, tra riferimenti alla Storia universale dell'infamia di Jorge Luis Borges e il celebre discorso Ich bin ein Berlinerdi J.F. Kennedy, si addentrano tra le complesse trame storico-culturali che hanno contraddistinto il XX secolo.
Grazie alle sue policrome sfumature sonore,Mirrors è un pezzo di grande spessore sia sul piano musicale che su quello testuale, grazie a una serie di strofe cantate in un inglese tutto sommato credibile, che ci fanno sbirciare le molteplici e sfaccettate pieghe della storia del '900. Un'ottima entrée in vista del nuovo disco di un gruppo che "attendiamo al varco" con grande curiosità.
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La recensione Mirrors di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-05 11:26:01
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