Stefano AttuarioNEMESI2025 - Rock, Indie, Dark

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Un'immersione sonora tra alienazione e metamorfosi kafkiana.

Con Insetti, Stefano Attuario si afferma come cantore inquieto delle contraddizioni del presente, dando voce a quell' angoscia esistenziale che scaturisce dall'alienazione e dall'oppressione sociale. Il brano, sospeso tra la furia elettrica del rock alternativo italiano degli anni '90 e la malinconica introspezione dei primi Duemila, si nutre di un immaginario denso e visionario, in cui le atmosfere kafkiane de La metamorfosi si fanno eco di un'umanità smarrita e in cerca di redenzione.

La tessitura sonora, aspra e tagliente, è un campo di battaglia dove chitarre distorte e ritmi serrati si fondono con una voce che oscilla tra rabbia e fragilità, tra disperazione e anelito di libertà. Attuario si muove con maestria su questo terreno accidentato, evocando la lezione dei Marlene Kuntz, ma declinandola in una poetica personale, densa di riferimenti letterari e di un'intensità emotiva rara.

Insetti è un brano in cui la metamorfosi non è solo un processo interiore, ma si rivela una lotta contro le gabbie invisibili di una società  alienante e soffocante. È un grido che risuona nel buio, una ricerca di identità e di riscatto che si consuma tra dissonanze e frammenti lirici, in una tensione continua tra caduta e rinascita.

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La recensione NEMESI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-13 07:23:00

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