Sette pezzi da ascoltare nei giorni di dolore che ognuno ha
Un disco vespertino, carico di esitazioni e momenti inespressi che, muovendosi tra panorami sonori polari, attende con trepidazione l'arrivo di una bella stagione che stenta a comparire. È questa la descrizione in pillole di per ridere di noi, il primo EP di Gabriel Fisher, giovane cantautore italo-brasiliano nato e cresciuto a Roma.
Un esordio discografico, quello dell'artista classe '99, composto da una cinquina di tracce immerse in atmosfere crepuscolari, trasformate in musica con sonorità gelidamente suggestive, che mescolano una forte attitudine cantautorale alla scarna delicatezza dell'indie folk e del post-rock di artisti come il Bob Iver di For Emma, Forever Ago (darmi ascolto) e i Radiohead di Kid A (prdn).
Questa intelligente combinazione di malinconici arpeggi di chitarra, melassose distese di synth e dinamici break di batteria inseriti in coda ad alcune tracce (fredda e gocce di pioggia) è il plateau sul quale si stende la voce di Fischer che, unendo razionalità e sentimento, intona criptici brandelli di strofe permeati da un malessere indefinito, fatto di rimpianti verso ricordi e sensazioni ormai sbiaditi dall'inesorabile scorrere del tempo.
Grazie a un collage fatto di immagini astrattamente nostalgiche e arrangiamenti minimali ma ben curati, per ridere di noi è un EP veramente ben riuscito, frutto degli sforzi di un artista intento a tradurre il proprio viaggio introspettivo in brani nei quali chiunque può immedesimarsi.
Un piccolo, grande album con il quale Gabriel Fischer ci regala l'ideale colonna sonora per quei momenti nei quali veniamo pervasi da un improvviso senso di malinconia che irrompe nel nostro animo senza avvisare o chiedere permesso.
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La recensione per ridere di noi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-03-16 23:52:33
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