In merito a questo quinto album dell’ensemble piemontese ho diverse perplessità, soprattutto se (e mi sforzo di non farlo) prendo come punto di riferimento "Eldorado", senza dubbio il capolavoro della band in fatto di suoni e atmosfere. Ciò non è una premessa per dire che in "Safari beach" venga a mancare di colpo la cifra stilistica della band, ma è certo che 2 cuori non l’avrei mai pensata come una canzone dei Mau Mau, o almeno con questo arrangiamento ‘danzereccio’. Forse è perché le orecchie del sottoscritto si sono ormai abituate a fisarmoniche pulite e a fiati che ormai sembravano un marchio ‘d.o.c.’ senza ulteriori contaminazioni che esulassero dal sound di Morino, Barovero & co.
Sostanzialmente i nostri aumentano, e non poco, i bpm, generando così una ‘patchanka sonora’ che a volte sembra non appartenere al codice genetico della formazione: insomma dovevano essere più presenti le percussioni e il ritmo di Tatè Nsongan che non l’effettistica di varia specie. Per questo non mi spiego le scelte di Gamble calypso o Basura, composizioni impeccabili dal punto di vista formale, ma (ancora?) poco incisive. Forse questa svolta si può spiegare con la voglia del gruppo di inoltrarsi in territori musicali attraenti (solo una jungle annacquata?), ma per adesso i brani che convincono sono Venus nabalera e Temporale, senza dimenticare le basi di Chiamami, una canzone che definirla tale è un vero azzardo.
Apprezziamo comunque lo sforzo del gruppo di evitare le formule tipiche del loro sound, ma vorrei ricordare che gente come Lou Reed, alla soglia dei 60 anni, ha realizzato un classico, grande disco ‘à Lou Reed,’ senza che nessuno gli movesse accuse in quanto a ripetitività e formule sonore standard.
Aspettiamo comunque il live per sentire queste canzoni di "Safari beach", nella speranza che il personale giudizio venga smentito da memorabili esibizioni.
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La recensione Safari beach (tucasa micasa) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-05-16 00:00:00
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