Anatrofobia Ruote che girano a vuoto 1999 - Progressive, Jazz, Post-Rock

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Impresa spericolata, per il recensore, descrivere questo secondo cd dei canavesi Anatrofobia. Spericolata soprattutto la musica che il trio, ora quartetto con l'ingresso del flauto di Mario Simeoni, propone alle nostre orecchie, forse troppo addomesticate a prodotti "facili" ed omologati. Nel corso di appena 37 minuti, i nostri plasmano forme sonore astratte, un po' come i disegni di copertina, e ci guidano dove magmatici borbottii di basso, "tubi sonori" utilizzati in modo poco ortodosso, una batteria alla ricerca di un ritmo personalissimo, a volte sotterraneo e a volte chiassoso, mettono in scena il suono delle "ruote che girano a vuoto". E' musica addomesticata a fatica, anzi, la sua essenza sta proprio lì, nel sottile equilibrio tra materia informe e forma modellata, anche se i momenti "melodici" non mancano, nel mood quasi romantico di Nero Di Seppia come nella schizoide marcetta circense di Ultimo Rinvio, le cui bordate di basso cozzano contro gli spigoli della batteria che sostengono il sax immaginifico di Alessandro Cartolari. Da escludere categoricamente, poi, che tali partiture astratte siano freddi esercizi cerebrali, gli Anatrofobia ci litigano col suono, si sporcano, si rotolano nel fango, la lotta è dura, senza esclusioni di colpi. Un invito neanche troppo velato ad osare di più ed andare al di là delle consuetudini, nell'ascolto come nella produzione musicale; loro il guanto lo hanno gettato, ora tocca a voi accettare la sfida.

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La recensione Ruote che girano a vuoto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-10-06 00:00:00

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