Trenta secondi di suoni che diventano un’ossessione, in un continuo ascolto convulso senza riuscire ad andare oltre. Ecco il primo impatto con il nuovo lavoro degli Hollowblue. Perché in quei trenta secondi dove un pianoforte ribelle cadenza un tempo instabile, il pensiero che arriva addirittura a Karlheinz Stockhausen mi pare stridere insieme agli archi. Troppa ingenuità da una parte o eccessiva ambizione dall’altra? Più semplicemente, una reminescenza scolastica riemersa grazie alla loro forza di sperimentazione, collante tra diverse sfumature musicali. Di riflesso ad una strumentazione rock di matrice anglosassone, infatti, brilla la presenza melodica al piano e violoncello di Ellie Young, nuovo acquisto della band. Se si continua a spulciare con occhio vigile tra titoli e news, salta all’occhio che parte integrante, nonché featuring d’apertura in “First avenue”, è Dan Fante. Tutto è più chiaro: in questo progetto musicale ci ha messo il naso (o meglio, la voce) un figlioccio della beat generation, trasgressivo e suadente. Gianluca Maria Sorace è un frontman carismatico, sa dove andare a parare. Ideatore del tributo italiano a David Bowie, il Duca Bianco lo tiene nel sangue e in “He comes for you” i suoi eclettici tratti distintivi traspaiono, anche per chi ha poco orecchio. Ma la scia di corteggiamenti non si esaurisce. Un tempo in Australia, sulla riva di un fiume, a dirsi addio stavano Nick Cave e Kylie Minogue. Ora e qui, in “We fall”, il sussurro di Gianluca si mescola e cade affascinato dinnanzi al protagonismo vocale di Lara Martelli, promessa nostrana già conosciuta oltralpe. A richiamare l’indole dell’eclettico australiano concorre perfettamente “Waltz of windy clouds”, la ballata malinconica e cadenzata che congeda il disco.
I timbri notturni della new wave si adagiano su uno scheletro musicale agrodolce, alternando tonalità cupe e psicheliche a spiragli luminosi di raffinata chitarra acustica. Sono stati scomodati pilastri della letteratura e della musica del nostro tempo, eppure “Stars are crashing (in my backyard)” non è un lavoro di copia e incolla, ma frutto di una spiccata e sottile immaginazione creativa. Una piccola opera d’arte al di là delle più ovvie etichettature, troppo riduttive. Le stelle stanno cadendo in un vuoto blu e lo illumineranno per attirare la giusta e meritata attenzione.
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La recensione Stars are crashing (in my backyard) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-11 00:00:00
COMMENTI (2)
straquoto.
m'è venuta una gran voja d'ascoltarlo sto disco!
:)
Complimenti a Eleonora: gran bella recensione! :)