Instrumental quarterFree2007 - Post-Rock

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Avvolgimento e rarefazione. Tocchi lascivi e delicati tremori. Arpeggi sottomarini raccontano il terzo disco degli Instrumental Quarter, sulla giapponese Stiff Slack; è qui che si rifugia il quartetto capitanato dal cuneese Paride Lanciani, forse esausto degli sforzi in madrepatria.

Sei tracce amabilmente disciolte in abbondanti phaser ed elettronica soffusa, senza scalfire o alzare troppo il ritmo. Ciò che riempie è il vuoto che incolla gli strumenti a uno sfondo cartonato di fiori abbozzati, pulito e sincero come l'impianto sonico del quartetto. Minimale, e ancora di più. Un lavoro sottile nella sua disarmante semplicità ma limato nelle minuzie. Se si muovono attraverso coordinate post-rock sicuramente non nuove, il gusto melodico e disteso tinge il disco con cromatismi leggeri come soffioni; i Dirty Three fanno capolino qua e là, ma non solo per le linee del violino: è la voglia di emozionare con poco e senza scalfire. Rarefazione scheletrica e poesia del suono, mischiata altrove al movimento (elettrificato) dei Tortoise meno incupiti ed eccessivi; i soliti Mogwai dietro a qualche angolino chitarristico. Poi guizzi sintetici e beats artigliati dove il paesaggio sembra distendersi e l'ascoltatore perdersi nei sogni.

Da segnalare le tracce video che accompagnano l'intero disco, tra gli episodi colorati della vivace "Kimono party" e geometrie visuali.

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La recensione Free di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-10-26 00:00:00

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