Panta è un batterista heavy metal. Uno di quelli che ha studiato. Questo è il suo progetto solista e di metal non ha nulla. Diciamo piuttosto che Panta è la risposta ruspante in chiave AOR agli A Toys Orchestra. Me ne pentirò perchè è sbagliato, ma sono felice di averlo scritto. Perchè questo tizio è un piccolo campione. A primo ascolto ti sembra un tamarro nostalgico fuori tempo massimo. Di quelli che non vedi l'ora di togliere dal lettore. Panta però ha qualcosa di subdolo e appiccicoso. Struscia sui lati del cervello e ti costringe ad ascoltarlo ancora. E poi magari un'altra volta. Fin quando ti accorgi che questo metallaro in realtà scrive canzoni niente male. Anzi, è davvero bravo. Ha tecnica, ovviamente. E pure gusto e personalità. One-man-band casalingo e tuttofare che centrifuga un repertorio quasi enciclopedico di stili d'altri tempi. Hard rock pomposo e blues melodico. Southern boogie e pop anni settanta. Progressive rock frizzante e sfrisate honky tonk. Poi un gusto per la melodia che quasi verrebbe da citare Elton john, anche se l'anima di questo disco è principalmente rock. Struggente e barocco. Strapieno di cori, con cambi di tempo e tonalità. Estremamente vicino a molte cose dei Blue Oyster Cult. Dentro c'è persino un campionamento di Bon Jovi, giusto per non sembrare troppo serio. Anche perchè Panta si diverte, molto. Canta (benissimo) a tutta voce e si controcanta spesso, anche se in inglese appena maccaronico. Suona la batteria, ovviamente. Poi il piano, la chitarra acustica e quella elettrica. Fa tapping e assoli retrò. E mette insieme sei canzoni che diventano dodici perchè ognuna è eseguita due volte in versione diversa. Sicuramente non è innovativo, forse è proprio banale. Certamente è fuori moda. A volte ridondante da mettere i brividi. Ogni tanto anche la scrittura deraglia e Panta perde il controllo dei brani. Nonostante i difetti però ha successo ed arriva esattamente dove vuole arrivare. Scrive canzoni vincenti nel loro contesto. Frizzanti, gustose, coinvolgenti. Ironiche e sentimentali. Molto credibili nel loro essere comunque di genere e di maniera.
Per molti probabilmente è musica da cui fuggire terrorizzati. Io invece sto con Panta.
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La recensione Coup de Foutre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-10-09 00:00:00
COMMENTI (3)
Grazie ragazzi.
Tra poco esce il nuovo album!
le canzoni sul suo myspace sono ottime.
finalmente un anti-fighetto!
lui è bravo
up