Riverberi viola e strisce bianche di nuvole filanti, luce. “Pianoloud” apre il mattino con grande energia, batteria piena e chitarra trascinante, mentre la voce gira melodica con accenti incisivi, il microfono è caldo. Maniere dolci di sfiorare il metallo, come solo con la punta delle dita, rimandano agli A Perfect Circle, dura cupezza di lontane memorie elettrodark, nero venato da screziature scintillanti come marmo lucido, e uno stile di interpretazione che a volte, ruvido e intenso, ricorda gli Alice in Chains e i tiratissimi sussurri grunge: i suoni riempiono gli angoli con misura ché, nonostante rabbiosi riff e crash graffiante e testi acidi, rimane come steso sotto ogni pezzo un velo di zucchero sottile sottile che rende tutto molto godibile. I Timecut sono solo tre, realizzano un lavoro omogeneo e concreto, hanno le migliori intenzioni: promettono bene.
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La recensione S/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-07 00:00:00
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