Il talento spesso riesce a farsi riconoscere anche quando non si libera completamente. Qui c'è un ragazzo che ne ha e ci costringe solo ad intuirlo, nascondendolo in un'idea musicale troppo spesso piatta e noiosa, seppur capace di squarciarsi in momenti notevoli. L’artista in questione si fa chiamare Nance e prende in mano tutti gli strumenti necessari a diventare one man band di un progetto di folk acustico.
Fin dalle prime note si capisce che Nance è innamorato delle cose che fanno gli americani, quelle con la chitarra in primo piano ed attorno tanti colori su cui poggiare le melodie. Nick Drake come un totem da riverire, poi qualcosa del Bright Eyes in versione introspettiva, infine quel taglio trasversale che piaceva anche a J Mascis nelle sue esibizioni più intime e rilassate. Otto brani immersi in atmosfere visionarie, trasportati da un’interpretazione vocale irrequieta e sognante, con un pathos che tende a crescere nei finali delle canzoni. Purtroppo il risultato è complessivamente monocorde ed un po’ prolisso, anche se, aumentando il numero di ascolti, si scopre che nella scrittura c’è personalità e che alcune intuizioni nascondono una bellezza ancora non consapevole. Difficile quindi dare un giudizio definitivo. Il talento c’è, le belle canzoni non del tutto, ma se questo è un punto di partenza, è bene dargli fiducia e seguirne le evoluzioni future.
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La recensione nance di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-01-08 00:00:00
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