“Nuvole di passaggio”, che arriva dopo un esordio ormai lontano (2002), ‘suona’ molto italiano, nonostante di mezzo, poi, ci siano passaggi più ispirati ad altri lidi: l’impianto di base, infatti, è un pop rock molto misto, che subisce incursioni a volte elettroniche, a volte vagamente folk, soprattutto nelle chitarre. Ma l’effetto che rimanda, anche dopo tanti ascolti, è sempre quello di un retrogusto che sa di Bluvertigo. Di quei gruppi un po’ a metà fra l’underground e il mainstream per cui vale la pena di vedere Sanremo, quelli che fanno fatica a trovare una posizione, un pubblico di riferimento. Perché il grande pubblico li segue fino ad un certo punto (non sono mica Ligabue, o Vasco) mentre nei sotterranei si è già creata disaffezione e disinteresse.
Anche le nuove tracce targate Jokifocu risentono di questa incertezza: sono canzoni nella maggior parte molto tradizionali, negli arrangiamenti e nella struttura. Le note di merito emergono quando riesce ad arrivare in superficie l’anima più pop, fatta di suoni eterei, più curati, che danno movimento e fanno girare alla grande un pezzo come “Afa”. Che non sarà quanto di più originale abbiamo sentito negli ultimi tempi, ma rimane uno spunto molto interessante. O anche in “Happy days”, che in più ha quel marchio di beat all’italiana che qualche coscienza la smuove.
Li aspettiamo, dunque, alla prossima prova: magari riusciranno ad avere più coraggio e tirare fuori a pieno quello che di buono si sente in questa. Il rischio, altrimenti, è che restino incollati ad un suono troppo da primo maggio o da Mei, per intenderci; a quella definizione di pop-rock che poi, alla fine dei conti, vuol dir tutto e niente.
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La recensione Nuvole di passaggio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-15 00:00:00
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