Nuove proposte dal sud dell'Italia, quel sud che negli anni scorsi ci ha proposto sia Nicola di Bari che i Sud Sound System!
Certo, lo so, non è il paragone ideale, ma giusto per farvi capire l'evoluzione e la contaminazione che subiscono questi sette ragazzi, giunti al loro primo demo e capaci di confezionare un lavoretto che di certo non brilla per originalità, ma non manca di incuriosire per le combinazioni svariate che troviamo al suo interno.
Provengono dalla provincia di Lecce, e da più di un anno cercano di farsi notare, girando più festival possibili, tanto che la Virgin francese li ha chiamati, nel settembre 1997, a registrare un provino, poi non andato a segno per motivi poco chiari. Al di là di tutte le vicissitudini, questi 45 minuti in cui vengono racchiusi 7 episodi, dimostrano le potenzialità della band, intenta più a far divertire che non a cercare il momento del virtuosismo.
Ci sono molti brani orecchiabili: "Ero pazzo di te", con richiami ai 10.000 Maniacs, e "Strange friend", con un riff stoniano rubato alla scena inglese di questi anni; la voce di Francesco Arcuti e la chitarra del fratello Donato la fanno da padrone nei due brani, ma anche il cello di Davide Caiaffa ha il suo ruolo notevole. Invece canzoni come "Salentu" richiamano, fin dal titolo, le tradizionali note dei Sud Sound System, quasi a celebrare la loro importanza e il loro impegno nello sviluppo di una scena underground di questa regione. A tutti gli effetti il brano non è riuscitissimo (infatti è inteso come 'abbozzo'), ma l'idea è buona, come anche in "The heavy rain", una via per ritornare a Battisti e rivederlo secondo canoni melodici un tantino diversi.
L'unica canzone un pò leggera musicalmente penso sia "L'uomo nella gabbia", anche se già il titolo la dice tutta su ciò che gli Après la classe vogliano dire. E quindi, per quanto riguarda le liriche, scritte da tutto il gruppo, spetta proprio alle doti vocali di Francesco interpretare sia canzoni d'amore che pezzi più impegnati. Si veda l'ultimo caso, "Pictures of war", un semplice assemblaggio di suoni e rumori per ricordare tutto ciò che la guerra provoca; e in questo intento i ragazzi pugliesi riescono bene.
In attesa di una loro tournée, e di un possibile contratto con la Interbeat records, non posso che augurargli di continuare: con uno studio maggiore sulle musiche, e un'evoluzione dello spirito di gruppo, possono veramente farsi conoscere ad un pubblico più ampio.
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La recensione Overled (oltre ogni schema) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-05-17 00:00:00
COMMENTI (1)
Ma dove si possono ascoltare queste canzoni?