Non va. Cosa me lo fa pensare? Uno sbadiglio. Forse più di uno. E' tutto piatto qui, già in partenza. Non sale l'entusiasmo né decolla la musica che rimane stesa al suolo. E se dalla terza traccia l'andamento lento del folk-rock finora ascoltato comincia a trasalire ("Gira voce che…" non è male) e a diventare qualcosa di più animato (vedi "Il diavolo in carrozza") con l'ingerenza anche del reggae in alcuni momenti, la monotonia non lascia comunque la scena. Purtroppo le variazioni sono poche e ciò rende il tutto molto uniforme. La voce prima di tutto, bella ma unidirezionale, che narra cantando alla Modena City Ramblers, senza vibrare nè trovare soluzioni e motivi diversi ma contribuendo a far sembrare i pezzi tutti uguali (soprattutto gli ultimi quattro). E il sound fa anche la sua parte e non aiuta a rendere differenziato il lavoro. E' come se non riuscisse ad uscire fuori nella sua autenticità. "10 agosto: San Lorenzo" è una dolce ballata, carina, ma che non cambia la mia opinione sul disco. Intendiamoci i pezzi sono suonati bene, come succede spesso, ma è come se stessero sempre fermi, ripetendosi all'infinito. Forse è anche questione di genere. Certi suoni battuti e ribattuti allo stesso modo da tanti gruppi se non hanno qualcosa di diverso da dire in maniera personale confluiscono in quella massa insapore che alla fine si dimentica senza lasciare traccia.
---
La recensione Il sorriso di un bambino di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-11-28 00:00:00
COMMENTI (1)
bhè abbiamo molto su cui lavorare...:)