I Pig Tails danno alle stampe il loro terzo album: “Brainwash” e si fanno alfieri in Italia del punk-rock da nuovo millennio. Trio mantovano le cui influenze attingono al punk californiano che negli anni ’80 introdusse la melodia in un genere che ai suoi esordi l’aveva bandita, anche quest’ultimo lavoro fa proprie queste origini musicali, dandogli però una buona impronta personale. “Brainwash” è infatti il concentrato di dodici schegge musicali che si alimentano con giri veloci di chitarra, intrecci vocali ben assestati e sporcizie musicali che non disdegnano però gli assalti melodici. Il terzetto lombardo fa propria la lezione di Orwell in "1984" e cerca il giusto antidoto al veleno che quotidianamente viene inoculato alle società del tempo: il controllo mentale. Il futuro si dipinge in questo album di colori apocalittici: la paura sottomette gli intelletti, le pistole uccidono la luna, l’odore di plastica dissimula le ingiustizie sociali e il putrido rischia di toglierti il fiato (“Johnny B.Robot”, “Fast Decline”). Nessun artificio alberga in questo disco, l’approccio agli strumenti è essenziale e non sono presenti acrobazie sonore. “Brainwash” è un album che riesce in modo lucido a leggere il suo tempo. Non c’è il punk d’avanguardia degli anni ‘70, ma i Pig Tails riescono a dare una lettura feroce del presente che merita considerazione. “Brainwash” è un buon disco punk del 2007, di quel punk però che ha perso lo smalto di un tempo e che nell’epoca della comunicazione guerriglia, necessita di trovare una nuova strada musicale che bandisca i suoi luoghi comuni, per non rimanere una maschera grottesca.
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La recensione Brain wash di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-03-07 00:00:00
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