Il disegno in copertina è loquace e divertente: uno strano Essere che si nutre di parole e musica, piatto da servirsi ben condito. Ma oltre all’occhio, anche l’orecchio vuole la sua parte ed è un peccato che questo lavoro sia cucinato solo con ingredienti casalinghi un po’ di fortuna. Meriterebbe un supporto migliore, ma è tutto un “work in progress” come si può leggere nel booklet. Ora, una volta fatti i giusti presupposti parlare di “Italia spaghetti” è più facile. Gianluca Gilletti aka Gill con le parole ci sa fare e giocare, nemmeno i titoli sono buttati a caso, ma scelti con sagace cura. Un esempio tra tutti “ad-dio”: vocazione mistica o saluto senza risposta? La sua educazione umanistica entra in campo un pezzo sì e uno no, scomodando dagli scapigliati milanesi al colombiano Gabriel Garcìa Màrquez (“dopo 100 anni di solitudine”).
Accanto all’ottima dialettica e ironia retorica si adagia una vena malinconica. Musicalmente infatti è un album che parte in sordina e poi si riprende, ma senza un vero e proprio slancio. È piacevole ma senza essere eccezionale. La mancanza d’immediatezza non è una pecca ma bisogna tenerne conto: un ascolto disattento potrebbe sottolineare troppo la forma lo-fi a scapito del contenuto hi-fi. Il consiglio è di dedicargli mente e tempo, lasciando l’approccio spensierato a quando si sarà acquisita confidenza.
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La recensione Italia spaghetti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-08-12 00:00:00
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