Esistono molti modi per comprimere le proprie passioni in un contenitore musicale. Qualcuno lo fa con grandi idee, qualcun altro deve farne a meno e lottare con muscoli, cuore e pancia. Nei tre brani di questi musicisti partenopei di idee ce ne sono davvero poche, ma c'è quella spinta nervosa e passionale che tiene in piedi un progetto ancora molto fragile e qualitativamente mediocre. Rock alternativo virato su tonalità noise-wave, con pretese di costruire ambienti poetici che nei testi non prendono mai vita, affogando tra enfasi forzata, ermetismo facile e pose di decadenza scarsamente credibili. Eppure qualcosa va salvato. Forse perchè Le Viti di Titanio hanno quella passione bruciante che gli consente di restare in bilico senza precipitare, dimenandosi tra fragore e melodia, con qualche apprezzabile scatto di vitalità espressiva ed un cuore che batte davvero. Così si appropriano di alcuni riflessi oscuri di Nick Cave, sistemano con cura qualche pulsazione emotiva degli Einstuerzende Neubauten e poi si dedicano ad una scrittura figlia di certo rock italiano di fine ottanta e primi novanta. Per ora finiscono nella scatola degli ascolti falliti, ma in futuro potrebbero trovare una soluzione e prendersi la rivincita.
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La recensione Storie d'amanti e di demoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-01-24 00:00:00
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