Ai Ninive si è unita la paranoia. Non che prima ne sembrassero scevri, ma evidentemente era il momento di averci a che fare direttamente, faccia a faccia. Tornano dopo un paio d'anni i ragazzi di "Questo disco non esiste", ancora al fianco di Motherfuckart Prod.. Forse più ruvidi di prima, a tratti addirittura Osti(ci), con un blues metropolitano rotto da campionamenti a là "Black Celebration", stile Andrew Fletcher ripreso a 500 metri di distanza, con la voce di Gabriel Bosetti quasi mai pulita a cantare, affranto e accusatorio, parole dolci e deformi e nuvole di zolfo.
Ecco. C'è ancora quella fumosità di note che già s'era sentita nel lavoro precedente. E ci sono più parole, che cercano il loro spazio/consapevolezza nel denso di smog e nuvole che sembra contenere questo disco. Uno spiritual totalmente a suo agio nella nebbia padana. Si divertono i Ninive a cantare agonie e ricordi.
Tra amarcord e contemporaneità, piccoli paradossi e segreti inconfessabili "Osti" finisce, ma per regalare ad ogni ascolto successivo un argomento in più, uno squarcio in più di luce, uno spintone per reagire ancora.
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La recensione Osti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-08-27 00:00:00
COMMENTI (3)
no, la voce a mo' di "beat box" è la mia...sono io.
anzi ERO io, visto che il gruppo forse non esiste più
in nessuno lo saprà c'è campionato tom waits?
woah!