Mucca pazza, Grande Fratello, guerriglia urbana in Corso Buenos Aires, guerra in Iraq. Era da un po’ che non incrociavo un disco del genere. Sarà che gli Atrox di acqua sotto i ponti ne hanno vista passare, ma il loro sembra il classico punk politico che era tanto diffuso prima del G8 di Genova, e che poi negli ultimi anni è andato perdendo smalto e volume in favore di emo ed hc meno impegnati ma dalla presa più sicura su tanti “kids”.
In attività dagli anni ’80, i milanesi trascurano le mode e se ne vengono fuori come se fosse ieri, con un disco autoprodotto tutto zeppo di foto, dal Papa morto ai disordini cinesi in Paolo Sarpi, dalla statua dei piccoli martiri di Gorla alle ridenti cartoline di Abu Ghraib. “Ecco la guerra” è esattamente quello che promette, un disco di punk sguaiato, tutto urla, melodie e slogan, un disco che riconferma quanto sentito tante volte, aggiungendoci di suo alcune piacevoli e divertenti aperture stilistiche (“H.C.D.P.O.S.” o “Made in China”).
Certo gli Atrox avrebbero potuto curare la registrazione, la scrittura, l’esecuzione. Avrebbero potuto parlarci di altro, cercare nuove prospettive. Avrebbero potuto. Ma se lo scopo è suonare, girare e conoscere gente con le loro stesse passioni, sono cose che passano davvero in secondo piano.
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La recensione Ecco la guerra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-28 00:00:00
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